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ALIGHIERO BOETTI | Senza titolo
估價
280,000 - 350,000 EUR
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招標截止
描述
- Alighiero Boetti
- Senza titolo
- firmato, iscritto by Afghan people e datato Peshawar 88 sul risvolto
- ricamo su tela
- cm 112,5x104
- Eseguito nel 1988
來源
Acquistato dall'attuale proprietario direttamente dall'artista nel 1988
Condition
This work is in very good condition. Colours of the catalogue illustration are fairly accurate.
"In response to your inquiry, we are pleased to provide you with a general report of the condition of the property described above. Since we are not professional conservators or restorers, we urge you to consult with a restorer or conservator of your choice who will be better able to provide a detailed, professional report. Prospective buyers should inspect each lot to satisfy themselves as to condition and must understand that any statement made by Sotheby's is merely a subjective, qualified opinion. Prospective buyers should also refer to any Important Notices regarding this sale, which are printed in the Sale Catalogue.
NOTWITHSTANDING THIS REPORT OR ANY DISCUSSIONS CONCERNING A LOT, ALL LOTS ARE OFFERED AND SOLD AS IS" IN ACCORDANCE WITH THE CONDITIONS OF BUSINESS PRINTED IN THE SALE CATALOGUE."
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拍品資料及來源
“La matematica è considerata generalmente agli antipodi della poesia, non c’è dubbio. Ciononostante la matematica e la poesia hanno una stretta relazione di parentela perché entrambe sono figlie dell’immaginazione. La poesia è creazione, finzione e la matematica è stata definita da uno dei suoi ammiratori come la più sublime delle finzioni” (David Eugene Smith, La poesia della matematica e altri saggi). “Mathematics is generally considered to be the antithesis of poetry. Nonetheless the two practices share an affinity in that they are both produced by the imagination. Poetry is creation and fiction, and mathematics has been defined by one of its practitioners as the most sublime of all fictions.”
Anche nell’opera di Alighiero Boetti coesistono matematica e poesia, due poli che sembrano opposti, ma che, quando uniti, danno origine a creazioni del tutto singolari. Della matematica Boetti si è impossessato, l’ha fatta propria, l’ha plasmata per la propria ricerca artistico-esistenziale. Da un lato principi compositivi, ordini di successione precisi, dall’altro fantasia, inventiva, tocchi di immaginazione che tutti possediamo in qualche modo. L’opera di Boetti rivive nella congiunzione, equilibrata, fra matematica e poesia. È nella natura musicale, ritmica e proporzionata che la serie degli Arazzi di Boetti trova origine. Trama e ordito si ripetono come in una successione numerica, rappresentati ordinatamente in pure forme geometriche. Così la matematica di Boetti trova nella casualità della sua disposizione l’elemento di svolta, assumendo, di opera in opera, un’estetica personalissima, in un oscillare armonico di idee.
Questa ars combinatoria sembra attraversare tutta l’opera di Boetti, che si costruisce grazie all’uso di alcune norme meticolose. Come afferma Alberto Boatto: “Boetti ha bisogno della costruzione della regola per far risaltare in pieno tutta la sua leggerezza” (Alighiero & Boetti, 1984). Il concetto di regola, così intrinsecamente legato a quello di matematica, diventa mezzo tramite il quale giungere alla creazione di un’opera, come il pennello per un pittore o lo scalpello per uno scultore. Esse, però, non restano statiche e date una volta per tutte, ma adoperano un sistema linguistico sempre più personale e originale. Far quadrare tutto è forse il principio più universale e cosmico del suo lavoro, che assume sempre più complessità, passando da quadrati di sedici lettere a composizioni di seicentoventicinque. Il mosaico di Boetti, reale sua nella forma geometrica, ma intellettuale in quanto capace di tramandare esperienze, diventa il leitmotiv della sua analisi artistica, dove confluiscono metaforicamente le strutture del mondo, da Oriente a Occidente.
Della figurazione, infatti, Boetti non si è mai appassionato. Gli piaceva tutto ciò che aveva apparenza geometrica, o valore simbolico, come la ripetitività del nostro alfabeto. Reiterazione che, però, si arricchisce nelle sue opere di colori vivaci e squillanti. L’utilizzo di elementi primari come l’alfabeto si associa così a un sistema di colori, precisi e melodici, i quali spesso seguono forme e metriche accurate, come note su un pentagramma. Rigore matematico e poesia ritornano nelle sue opere come ordine e disordine, in un dualismo euritmico, dove una non esclude l’altra, anzi la completa e la rende densa di significato.
Ed è proprio lo stesso Boetti a confermare l’importanza di quanto detto, quando afferma: “Io ho lavorato molto sul concetto di ordine e disordine: disordinando l’ordine oppure mettendo l’ordine in certi disordini, o ancora presentando un disordine visivo che fosse invece la rappresentazione di un ordine mentale. È solo questione di conoscere le regole del gioco: chi non le conosce non vedrà mai l’ordine che regna nelle cose, così come, di fronte a un cielo stellato, chi non conosce l’ordine delle stelle vedrà solo una confusione, là dove un astronomo avrà invece una visione molto chiara delle cose”. La distribuzione dei colori in un certo numero di lettere e forme crea così un sistema che non rimane fermo o fine a se stesso, ma che assume dentro di sé tutta la lirica della ricerca boettiana.
Within the work of Alighiero Boetti mathematics and poetry coexist. These ostensible polar opposites, once set side by side produce idiosyncratically singular creations. Boetti was possessed by an enthusiasm for mathematics, he carried out his own calculations, making it a principal tool of his artistic-existential research. His oeuvre is created on the one hand by his compositional principles and the precise order of succession that he instils and, on the other, the fantasy, inventiveness, imaginative genius which each and every one of us possesses in one way or another. Boetti’s oeuvre resides at the crossroads between mathematics and poetry. It is in the musical, the rhythmical and the proportional that the Arazzi series finds its origin. Warp and weave repeat themselves in a numeric sequence, represented by his pure geometric forms. Thus Boetti’s mathematics finds in the casualness of his nature the element of a turning point, which assumes with each progressive work, a most personal aesthetic, in a harmonious to-ing and fro-ing of ideas.
This ars, which combines these two sciences - is present throughout Boetti’s artistic career, which is created by way of the use of specific, meticulous standards. As Alberto Boatto states: “Boetti needs the construction of the rule in order to make all his lightness stand out” (Alighiero & Boetti, 1984). The concept of the rule, so intrinsically tied to mathematics, becomes the means by which he creates an artwork, like a brush for a painter or a chisel for a sculptor. These rules are not static or rigidly imposed, rather they employ an increasingly personal and original linguistic system. To balance everything is arguably the most universal and cosmic principle of his work, which becomes ever more complex, expanding from 16 square letters to 625. Boetti’s mosaic is rooted in reality with its geometric shape, and yet intellectual in that it invites the viewer into an experience. This pattern becomes the leitmotiv of his artistic analysis, where world structures merge metaphorically, conjoining East and West.
Boetti was not interested in figurative art. He preferred that which had a geometrical appearance or symbolic value, like the predictability of the alphabet. Nevertheless, this monotonous reiteration is enriched by vivid colours. The use of elementary symbols, such as the alphabet, is connected to a precise and melodic system of colours, shapes and prosody, like the strokes of a pentagram. Mathematical rigour and poetical freedom recur like order and disorder in his works with rhythmic duality. One does not exclude the other, rather they imbue one another with significance.
Boetti himself confirmed this, writing: “I have often worked on the concept of order and disorder: disordering order or creating order in disorder, or showing a visual disorder that is in fact the representation of mental order. It is only matter of knowing the rules: he who knows them not will never see the order that governs the universe. Faced with a starry sky, he will see only confusion, where an astronomer would read it without issue”. The colour distribution across a strict number of letters and shapes creates a fixed system that entirely exhibits all of Boetti’s research.
Opera registrata presso l'Archivio Alighiero Boetti, Roma, con il n. 88 RL 79
L'opera è accompagnata da certificato su fotografia rilasciato dall'Archivio Alighiero Boetti, Roma
Nota: frasi quadrate e iscrizioni in lingua Farsi; al centro del ricamo si legge: oggi diciannovesimo giorno ottavo mese dell'anno millenove100ottantotto accanto al Pantheon.
Anche nell’opera di Alighiero Boetti coesistono matematica e poesia, due poli che sembrano opposti, ma che, quando uniti, danno origine a creazioni del tutto singolari. Della matematica Boetti si è impossessato, l’ha fatta propria, l’ha plasmata per la propria ricerca artistico-esistenziale. Da un lato principi compositivi, ordini di successione precisi, dall’altro fantasia, inventiva, tocchi di immaginazione che tutti possediamo in qualche modo. L’opera di Boetti rivive nella congiunzione, equilibrata, fra matematica e poesia. È nella natura musicale, ritmica e proporzionata che la serie degli Arazzi di Boetti trova origine. Trama e ordito si ripetono come in una successione numerica, rappresentati ordinatamente in pure forme geometriche. Così la matematica di Boetti trova nella casualità della sua disposizione l’elemento di svolta, assumendo, di opera in opera, un’estetica personalissima, in un oscillare armonico di idee.
Questa ars combinatoria sembra attraversare tutta l’opera di Boetti, che si costruisce grazie all’uso di alcune norme meticolose. Come afferma Alberto Boatto: “Boetti ha bisogno della costruzione della regola per far risaltare in pieno tutta la sua leggerezza” (Alighiero & Boetti, 1984). Il concetto di regola, così intrinsecamente legato a quello di matematica, diventa mezzo tramite il quale giungere alla creazione di un’opera, come il pennello per un pittore o lo scalpello per uno scultore. Esse, però, non restano statiche e date una volta per tutte, ma adoperano un sistema linguistico sempre più personale e originale. Far quadrare tutto è forse il principio più universale e cosmico del suo lavoro, che assume sempre più complessità, passando da quadrati di sedici lettere a composizioni di seicentoventicinque. Il mosaico di Boetti, reale sua nella forma geometrica, ma intellettuale in quanto capace di tramandare esperienze, diventa il leitmotiv della sua analisi artistica, dove confluiscono metaforicamente le strutture del mondo, da Oriente a Occidente.
Della figurazione, infatti, Boetti non si è mai appassionato. Gli piaceva tutto ciò che aveva apparenza geometrica, o valore simbolico, come la ripetitività del nostro alfabeto. Reiterazione che, però, si arricchisce nelle sue opere di colori vivaci e squillanti. L’utilizzo di elementi primari come l’alfabeto si associa così a un sistema di colori, precisi e melodici, i quali spesso seguono forme e metriche accurate, come note su un pentagramma. Rigore matematico e poesia ritornano nelle sue opere come ordine e disordine, in un dualismo euritmico, dove una non esclude l’altra, anzi la completa e la rende densa di significato.
Ed è proprio lo stesso Boetti a confermare l’importanza di quanto detto, quando afferma: “Io ho lavorato molto sul concetto di ordine e disordine: disordinando l’ordine oppure mettendo l’ordine in certi disordini, o ancora presentando un disordine visivo che fosse invece la rappresentazione di un ordine mentale. È solo questione di conoscere le regole del gioco: chi non le conosce non vedrà mai l’ordine che regna nelle cose, così come, di fronte a un cielo stellato, chi non conosce l’ordine delle stelle vedrà solo una confusione, là dove un astronomo avrà invece una visione molto chiara delle cose”. La distribuzione dei colori in un certo numero di lettere e forme crea così un sistema che non rimane fermo o fine a se stesso, ma che assume dentro di sé tutta la lirica della ricerca boettiana.
Within the work of Alighiero Boetti mathematics and poetry coexist. These ostensible polar opposites, once set side by side produce idiosyncratically singular creations. Boetti was possessed by an enthusiasm for mathematics, he carried out his own calculations, making it a principal tool of his artistic-existential research. His oeuvre is created on the one hand by his compositional principles and the precise order of succession that he instils and, on the other, the fantasy, inventiveness, imaginative genius which each and every one of us possesses in one way or another. Boetti’s oeuvre resides at the crossroads between mathematics and poetry. It is in the musical, the rhythmical and the proportional that the Arazzi series finds its origin. Warp and weave repeat themselves in a numeric sequence, represented by his pure geometric forms. Thus Boetti’s mathematics finds in the casualness of his nature the element of a turning point, which assumes with each progressive work, a most personal aesthetic, in a harmonious to-ing and fro-ing of ideas.
This ars, which combines these two sciences - is present throughout Boetti’s artistic career, which is created by way of the use of specific, meticulous standards. As Alberto Boatto states: “Boetti needs the construction of the rule in order to make all his lightness stand out” (Alighiero & Boetti, 1984). The concept of the rule, so intrinsically tied to mathematics, becomes the means by which he creates an artwork, like a brush for a painter or a chisel for a sculptor. These rules are not static or rigidly imposed, rather they employ an increasingly personal and original linguistic system. To balance everything is arguably the most universal and cosmic principle of his work, which becomes ever more complex, expanding from 16 square letters to 625. Boetti’s mosaic is rooted in reality with its geometric shape, and yet intellectual in that it invites the viewer into an experience. This pattern becomes the leitmotiv of his artistic analysis, where world structures merge metaphorically, conjoining East and West.
Boetti was not interested in figurative art. He preferred that which had a geometrical appearance or symbolic value, like the predictability of the alphabet. Nevertheless, this monotonous reiteration is enriched by vivid colours. The use of elementary symbols, such as the alphabet, is connected to a precise and melodic system of colours, shapes and prosody, like the strokes of a pentagram. Mathematical rigour and poetical freedom recur like order and disorder in his works with rhythmic duality. One does not exclude the other, rather they imbue one another with significance.
Boetti himself confirmed this, writing: “I have often worked on the concept of order and disorder: disordering order or creating order in disorder, or showing a visual disorder that is in fact the representation of mental order. It is only matter of knowing the rules: he who knows them not will never see the order that governs the universe. Faced with a starry sky, he will see only confusion, where an astronomer would read it without issue”. The colour distribution across a strict number of letters and shapes creates a fixed system that entirely exhibits all of Boetti’s research.
Opera registrata presso l'Archivio Alighiero Boetti, Roma, con il n. 88 RL 79
L'opera è accompagnata da certificato su fotografia rilasciato dall'Archivio Alighiero Boetti, Roma
Nota: frasi quadrate e iscrizioni in lingua Farsi; al centro del ricamo si legge: oggi diciannovesimo giorno ottavo mese dell'anno millenove100ottantotto accanto al Pantheon.