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Michelangelo Pistoletto
Description
- Michelangelo Pistoletto
- Uomo che spara (L'agguato)
- firmato, intitolato, iscritto e datato 1973 sul retro
- serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio
- cm 230x120
Provenance
Exhibited
Tokyo, Tokyo Art Agency, 1975
Roma, Galleria Sperone, 1975
Napoli, Galleria Il Centro,1975
Philadelphia e Roma, Michelangelo Pistoletto. From one to many / Michelangelo Pistoletto. Da uno a molti, 1956-1974, 2011
Literature
Carlos Basualdo, Michelangelo Pistoletto. Da uno a molti 1956-1974, Roma 2011, n. 62, p. 286-287, illustrato a colori
Condition
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Catalogue Note
Uomo che spara rientra fra quelle opere dove l'immagine, sia un oggetto o una figura umana, è volutamente collocata al limitare del quadro, come una presenza suggerita o allusivamente celata.
In questa tipologia di composizioni il rapporto fra la superficie riflettente e le figure è volutamente sbilanciato laddove vince la parte specchiante sulle figure applicate.
Come nella Donna che fugge del 1971 in Collezione privata, o in alcuni fra i celebri soggetti di impianto classico religioso come Deposizione del 1973 nella Collezione dell’artista, l’immagine si carica di una tensione inedita. Nel primo caso per il mistero che ruota attorno ad una figura sfuggente, nel secondo per la trasposizione di una classica iconografia religiosa nella realtà contemporanea, con rimandi diretti sia al mondo del teatro di ricerca, di cui tanto Pistoletto si è occupato proprio a cavallo del 1970, sia alle coeve contestazioni studentesche.
Rispetto alle composizioni più centrate e simmetriche, quasi sospese in un impianto solenne ed immobile, l’immagine accennata eppure potentissima di Uomo che spara supera le figure pacificate dei tableaux vivants ed innesca un processo di immedesimazione più inquieto e sottile, capace di esaltare ancora di più l’esplosione, come la definisce l’artista stesso, del piano bidimensionale e caricando l’effetto del quadro sullo spettatore di nuove e mutevoli valenze.
"La prospettiva è fenomenologica, non è inventata, è vera. È scientifica. Anche lo specchio è scientifico. Ma se nei dipinti di Piero [della Francesca] la prospettiva andava dalla finestra alla strada, con lo specchio la prospettiva va dalla finestra alla strada e rifà il percorso in senso inverso. È questa riverberazione visiva, resa possibile dallo specchio, che non solo squarcia il piano della pittura, ma esplode anche in tutte le direzioni, ed è lo specchio che conferisce all’opera la capacità di reinventarsi sempre di nuovo attraverso i riflessi costantemente mutevoli, variabili delle sue circostanze di visione".
Michelangelo Pistoletto, in conversazione con Suzanne Penn, Biella, 2010 cit. in Michelangelo Pistoletto. Da uno a molti, 1956-1974, Milano 2011, catalogo della mostra, p. 179
With the adoption of serigraphy, in the early 1970s, Michelangelo Pistoletto began to use for his works, images from other photographic sources that are not those of his friend Bressano, increasing the infinite possibilities inherent in his alienating mirrors.
Uomo che spara is one of those works where the image, either an object or a human figure, is intentionally placed on the edge of the picture, as a suggested or allusively hidden presence. The relationship between the reflective surface and the figure is deliberately unbalanced where wins the mirror on the applied figures.
Compared to most centred and symmetrical works, almost suspended in a solemn and motionless composition, in Uomo che spara, the image seems marginal but yet it is very strong exceeding the reconciled figures of tableaux vivants; it causes a process of identification very subtle exasperating the idea of explosion, as the artist himself defines it, on a two-dimensional way, adding further expectations to its viewer
"The perspective is phenomenological, it is not invented, it is true. It is scientific. Even the mirror is science. But if in the paintings of Piero [della Francesca] the perspective went from the window to the street, the mirror’s prospective goes from the window to the street following the opposite path. This visual reverberation, made possible by the mirror, not only pierces the surface of the painting, but also explodes in all directions, and it is the mirror that gives the work the ability to reinvent itself again and again through the constantly changing and variable reflections due to the vision circumstances".
Michelangelo Pistoletto, in conversation with Suzanne Penn, Biella, 2010 cit. in Michelangelo Pistoletto. From one to many, 1956-1974, Milano 2011, exhibition catalogue, p. 179