Lot 8
  • 8

Lucio Fontana

Estimate
120,000 - 180,000 EUR
bidding is closed

Description

  • Lucio Fontana
  • Tavoletta graffita (Madonna)
  • firmato e datato 34
  • cemento colorato, azzurro, bianco e nero, e graffito
  • cm 30x34,5

Provenance

Collezione Dorina Chiti Rossi, Milano, acquisito direttamente dall'arista nel 1935
Collezione privata

Exhibited

Milano, Museo della Permanente, Lucio Fontana e Milano, 1996, pp.103, 152, n.6, illustrato a colori

Literature

Enrico Crispolti, Catalogue raisonné des peintures, sculptures et enviroments, Bruxelles 1974, vol. II, pp. 14,15, illustrato
AA. VV., Bolaffi. Catalogo Nazionale d'Arte Moderna n. 16, Milano 1980, pp. 112, illustrato
Giovanni Anzani, Luciano Caramel, Scultura moderna in Lombardia 1900-1950, Milano 1981, fig. 221, illustrato
Enrico Crispolti, Fontana. Catalogo generale, Milano 1986, vol. I, p. 54, n. 34 SC 4, illustrato
Enrico Crispolti, Lucio Fontana. Catalogo ragionato di sculture, dipinti, ambientazioni, Milano 2006, vol. I, p. 152, n. 34 SC 4, illustrato

Condition

There are old cracks along the upper left corner, along the right margin and across the lower right corner with some retouching. There are tiny dirt spots scattered on the coloured pigments, partially visible in the catalogue illustration.
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Catalogue Note

Intuitivo, primitivo, spontaneo, energico: questi gli aggettivi che ben potrebbero definire il lavoro di Fontana dopo gli anni della prima formazione. In una espressione, un personalissimo attivismo inventivo  aperto alle sollecitazioni di una realtà dinamica, fluida e in perenne evoluzione, proprio come l’agire di Fontana (E.Crispolti, Lucio Fontana.Catalogo ragionato di sculture, dipinti, ambientazioni, Milano 2006, p.12).

Già dal ‘31 al ‘34 Fontana comincia a sperimentare il linguaggio astratto e pre-informale stimolato dall’ambiente artistico milanese dove la appena nata Galleria del Milione esponeva nomi delle avanguardie internazionali (Léger, Vordemberge, Kandinsky, Albers) con gli italiani Veronesi, Soldati, Licini, Reggiani, Radice.
Con le tavolette in cemento e le sculture del 1934  l’artista prende attivamente parte alle nuove ricerche d’avanguardia non-figurativa, nonostante il suo perenne discostarsi dalle rigorose costruzioni geometriche degli astrattisti.
Dalle Tavolette graffite dei primi anni Trenta, la scultura di Fontana si sviluppa in senso pittorico antinaturalistico: la materia è schiacciata sulle due dimensioni, mentre al colore e alla luce è affidato il compito di evocare la terza dimensione (S.Casoli, E.Geuna, Fontana. Luce e colore, Milano 200, p.31).
Luce e colore sono elementi spaziali, strumenti primari del lavoro dell’artista che sembra prepararsi, sin da ora, al superamento della terza dimensione e alla fusione di generi - pittura e scultura - in un unico concetto spaziale.
In Madonna, la geometria di Fontana è coadiuvata da un libero vitalismo, una geniale spontaneità e dai richiami all’astrattismo addolciti da una scrittura fluida, graffita, surrealisticamente automatica. La sintesi plastica verso un’estrema libertà del segno sembra approdare a soluzioni astratte spingendosi - come afferma Edoardo Persico, il maggior critico italiano degli anni trenta- addirittura nel cuore del surrealismo (in Lucio Fontana.Catalogo ragionato, p.44). E’ un surrealismo, quello di Fontana in cui si fondono accenti astratti, linee organiche, immediatezza istintiva e un automatismo fluido e vitale che lo avvicina alle contemporanee prove di grafismo del surrealista André Masson.
Le tavolette graffite di quegli anni precorrono il più noto periodo informale dell’artista, suggeriscono e alludono ai segreti di una realtà inafferrabile, ai suoi fermenti nascosti (Guido Ballo in l.fontana, Milano 1972, p.19).