Lot 49
  • 49

Mario Schifano

Estimate
130,000 - 180,000 EUR
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bidding is closed

Description

  • Mario Schifano
  • N. 10
  • firmato e datato 1960 sul retro, intitolato e firmato con stampo sul telaio
  • smalto su carta applicata su tela
  • cm 154,5x131,5

Provenance

Collezione Giorgio Franchetti, Roma
Ivi acquistato dall'attuale proprietario negli anni Settanta

Exhibited

Roma, Galleria Ferrante D'Alessandro, La Pittura come macchina del desiderio: Mario Schifano 1960-62, 1975, illustrato

Condition

An old restoration fully visible on the catalogue illustration was made in the central area of this canvas. A few losses of paper can be seen along the lower side of the canvas, especially towards the left corner and in the central part; losses can be seen also along the right side of the surface towards the upper area. There are wear traces along the corners edges. In the areas where the paint quality is thicker there are some craquelures as well as some minor paint losses; there are some minor tears of the paper and two traces of dirt in the central part of the canvas. There is a scratch that was mended near the left lower side of the surface. Near the corners the support is slightly wavy. All these annotations are already visible in a catalogue illustration produced in 1975 where the work was exhibited (Ferrante e DÂ’Alessandro Gallery Rome). Compared to the catalogue illustration the tone of the canvas is more grey.
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Catalogue Note

L’opera è accompagnata da attestato di libera circolazione

An export licence is available for this lot

[...] Sulla stesura compatta del colore vernice è impresso, a volte, un numero, quasi una sigla dada: perché, si intende, la pittura di Schifano è, prima di tutto, un "gesto" dada. E dadaista è, ancora, la duplicità dei punti di vista per cui l'intensità luminosa del colore dirige l'attenzione dello spettatore, rendodolo partecipe del gesto dell'artista. (Vittorio Rubiu, Schifano: dada?, in "Metro", n. 7, dicembre 1962)
Erano quadri originalissimi: verniciati con una sola tinta o due, a coprire l'intero rettangolo della superficie o due rettangoli accostati: la vernice era data, come ora, su uno strato di carta da pacchi, incollata sulla tela. un numero o delle lettere (ma solo talvolta) isolati o marcati simmetricamente; qualche gobba della carta, qualche scolatura: il movimento della pittura era tutto lì. Ma l'accento non cadeva sulla pittoricità del casuale, cui l'informale ci aveva fatto l'occhio e, fino alla corrività, il gusto. [...]
Se vogliamo inquadrare la pittura di Schifano in un clima generale, dobbiamo riferirci alla ormai universalmente conosciuta situazione sviluppatasi in America, intorno alla ben notevole personalità di Jasper Johns [...] e ricordare anche [...] gli attivi scambi culturali e di persone prime, come Twombly, tra l'America e Roma. Ma in questo clima la pittura di Schifano si distingue, sia per la documentabile precocità delle sue ricerche e per l'interna coerenza degli sviluppi, sia per la sostanziale indipendenza del suo orientamento (di una complessità di assunti, anche proprio di resa pittorica, che è senz'altro più europea), e tanto più per l'originalità e la misura dei suoi attuali risultati, che veramente ne fanno un caso isolato. Nuova figurazione? Se il termine non fosse già ormai così inutilmente logorato, qui cadrebbe a proposito, perchè la figurazione di Schifano è davvero nuova, in quanto nasce da un approfondito riesame del linguaggio e si affida, ciò che unicamente fa la novità, a un nuovo modo di vedere.
(Maurizio Calvesi, Schifano. Tutto, cat. mostra, Galleria Odyssia, Roma, 1963)