MI0322

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Lot 119
  • 119

Felice Casorati

Estimate
60,000 - 80,000 EUR
bidding is closed

Description

  • Felice Casorati
  • La dormiente
  • gesso
  • cm 86x144x11
  • Eseguito nel 1924

Provenance

Collezione dell'artista
Collezione privata, Torino
Ivi acquistato dalla famiglia dell'attuale proprietario

Exhibited

Torino, Fondazione CRT, Lionello Venturi e la pittura a Torino 1919-1931, 2000, tav. 90

Literature

G. Bertolino, F. Poli, Catalogo Generale delle opere di Felice Casorati. Le sculture e l'aggiornamento dipinti, Torino 2004, pag. 69, n. 29SC, illustrato

Catalogue Note

Eseguito nel 1924, La dormiente è parte di una vasta decorazione realizzata da Felice Casorati per il Teatrino privato di Casa Gualino; la decorazione è costituita da due statue ai margini del proscenio e da quattordici bassorilievi che fungono da metope.
Riccardo Gualino fu tra i maggiori industriali italiani del primo Novecento nonché mecenate e produttore cinematografico. Il teatrino familiare fu uno dei primi esperimenti di “teatro totale”, dove vita pubblica e privata trovavano il loro punto d'incontro. Il teatrino infatti comunicava con l’abitazione dell’industriale che presentava una vasta collezione di oggetti d’arte; era uso comune che al termine dello spettacolo gli invitati si recassero in casa per circa un’ora ammirando la collezione del mecenate. Lo stesso Gualino descrive questo passaggio così: "…nulla sembrava loro del mutamento radicale, del passaggio repentino dall’emozione dello spettacolo presentato nella sala del teatrino lucida e austera, alla visione del passato sintetizzata da pochi capolavori opportunamente messi in rilievo". (Riccardo Gualino, Frammenti di vita, Roma,1966, p.109).
La decorazione di questo teatro, che riunì le più importanti personalità dell’epoca a livello internazionale, è comunemente considerata una delle più belle opere di Casorati che non disattese le aspettative del mecenate; scrive infatti Riccardo Gualino: "Fu un atto di coraggio quello di concedere carta bianca ad un pittore perché facesse dell’architettura. Io speravo che, appunto perché immune dalle regole della tradizione, Casorati avrebbe risolto in modo originale il problema. La mia aspettativa non andò delusa. La sala è rettangolare, di colore grigio; il soffitto semplice a sagome angolari. Una fascia di circa un metro di altezza fra pareti e soffitto avente una serie di bassorilievi, illuminati da luce nascosta, è la nota decorativa dell’ambiente e in pari tempo l’unica sorgente luminosa". (Riccardo Gualino, Frammenti di vita, Roma, 1966, p.109)