MI0320

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Lot 7
  • 7

Giorgio de Chirico

Estimate
150,000 - 200,000 EUR
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Description

  • Giorgio de Chirico
  • Il poeta solitario
  • firmato; firmato e intitolato sul retro
  • olio su tela
  • cm 50x40
  • Eseguito nel 1965-70

Provenance

Galleria d'Arte Farnese, Roma
Galleria Marescalchi, Bologna
Ivi acquistato dalla famiglia dell'attuale proprietario

Exhibited

Arezzo, Galleria Comunale d'Arte Contemporanea, De Chirico la metafisica del paesaggio 1909-1970, 2000, n. 37, pag. 121, illustrato a colori a piena pagina

Condition

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Catalogue Note

In quest'opera molto felice del periodo più alto della neo-metafisica, Giorgio de Chirico propone la rivisitazione di alcuni elementi metafisici combinati tra loro, secondo una vena ironica e una ritrovata capacità inventiva. L'iconografia de Il poeta solitario fonde infatti il motivo classico del manichino ambientato contro un tempietto ionico e una prospettiva da Piazza d'Italia, con tutta la tematica dei Calligrammes della fine degli anni Venti. Nel 1929 De Chirico viene incaricato di illustrare l'edizione di lusso dei Calligrammes di Guillaume Apollinare, che vede la luce nel 1930. Per questa impresa, che risultò uno dei capolavori grafici del Novecento, l'artista abbandona tutti i temi e i soggetti trattati precedentemente per creare forme e ispirazioni completamente nuove. Così soli e lune si accendono e si spengono nel cielo e sulla terra, collegati da una specie di cordone ombelicale, in antichi paesaggi mediterranei popolati di rovine classiche  e di assurde casette verticali.
Nel dicembre 1931, recatosi in visita dal collezionista ed editore belga René Gaffé, De Chirico così gli raccontò quell'esperienza: "Per le litografie che avete davanti agli occhi, mi sono ispirato a ricordi che risalgono agli anni 1913 e 1914. Avevo appena conosciuto il poeta. Leggevo avidamente i suoi versi dove si parla spesso di soli e di stelle [...] Ben presto per me, per una di quelle illuminazioni che all'improvviso fanno scoprire a portata di mano l'oggetto di cui si sogna, i soli e le stelle ritornavano sulla terra come dei pacifici emigranti" (Gaffè 1946, pagg.10-11).