Guglielmo Ciardi

Opera in prima tela.Ad un primo esame si nota un detensionamento della tela agli angoli, un graffio presso l'angolo inferiore sinistro e due minuscoli forellini a metà uno del bordo destro l'altro del borod sinistro.L'esame alla lampada di Wood evidenzia una vernice fluorescente disomogeneamente distribuita, un graffio di cm 14 circa leggermente ritoccato a metà del cielo sulla sinistra e due strette strisce verticali di leggere velature lungo i lati destro e sinistro.
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reca sul telaio a matita blu n. 24

Laguna a Venezia risale agli ultimi anni di attività di Ciardi, quando l'anziano pittore rinnova il suo stile studiando e rielaborando le novità linguistiche introdotte da Pietro Fragiacomo, che nello stesso periodo stava sperimentando nuovi effetti di luce sulla laguna veneta e chioggiotta.
Ciardi nei lavori eseguiti sulla scia di tali suggestioni si abbandona a un luminismo a tratti esasperato, puntando soprattutto sulla resa cromatica modulata sui toni del rosa, dell'azzurro e del grigio, rialzati da brevi colpi di pennello, fino a dipinti sgombri da qualsiasi elemento narrativo in cui l'unica presenza è costituita da cielo e mare.
Rispetto ai lavori precedenti Ciardi semplifica la composizione della scena riducendo la presenza umana per dare spazio più ampio all'acqua e al cielo. La sua pittura diviene più fluida, sommaria, utilizzando rapide pennellate a macchia con cui ottiene un effetto di "non finito", piccoli tocchi usati per aumentare l'effetto atmosferico che, come nella nostra opera, diviene meno nitido, più vaporoso e rarefatto.