Giovanni Battista Ruoppolo

Napoli, collezione Matarazzo;
Collezione privata.

Napoli, Mostra dei Tre secoli di pittura napoletana, 1938;
Napoli-Zurigo-Rotterdam, La natura morta italiana, ottobre 1964-marzo 1965;
Bucarest, Il Secolo d'oro della pittura napoletana (da etichetta sul retro).

La natura morta italiana, catalogo della mostra (Napoli, Palazzo Reale, ottobre-novembre 1964), n. 87, p. 53, tav. 38a.

L'immagine in catalogo è fedele all'originale. La superficie pittorica non presenta cadute, ma appare molto ossidata e abrasa e potrebbe perciò beneficiare di una verniciatura che restituisse profondità all'immagine, particolarmente nella parte alta del dipinto caratterizzata dall'elegante gioco intrecciato dei rami di fico e vite. La parte inferiore invece, nelle pesche e i meloni in particolare, risulta piuttosto appiattita e impoverita e presenta ampie ridipinture. Ulteriori stuccature e integrazioni pittoriche si osservano ad occhio nudo, in particolare nelle uve dentro la cesta e nei fichi, come sul vaso al margine destro, queste ultime visibili anche da foto. L'osservazione con la luce ultravioletta denuncia numerosi interventi di restauro sparsi su tutta la superficie.
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Giovan Battista Ruoppolo fu l'indiscusso caposcuola della Natura Morta napoletana, come del resto non esitò a sottolineare lo stesso Bernardo De Dominici, che gli dedica l'unica biografia consacrata ad un maestro specialista nel genere. S'individuano, infatti, in questa tela dalla composizione grandiosa e monumentale, numerosi elementi caratteristici della produzione matura del maestro, quali ad esempio il cardo sodo e quasi scultoreo descritto con straordinaria tridimensionalità chiaroscurata; l'assemblamento di pesche e meloni quale si osserva nel dipinto firmato già nella raccolta del barone Acton a Napoli (cfr. R. Causa in Napoli 1964, cit., n. 85, tav. 37b); e infine la straordinaria cascata di uve e rami di fico - i cui frutti carnosi si schiudono sensualmente sul margine destro, come le sugose melagrane di eccezionale grassezza che fuoriescono dalla cesta intrecciata - tutte componenti che si ritrovano, diversamente organizzate, nella straordinaria tela già in collezione d'Avalos e ora a Capodimonte, che più di ogni altra si potrà apparentare con l'opera offerta in queste sale.