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Gioacchino Assereto
Description
- Gioacchino Assereto
- Focione rifiuta i doni di Alessandro Magno
- olio su tela
Condition
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Catalogue Note
In quest'intenso saggio di "pittura filosofica" Gioacchino Assereto mette in scena un episodio narrato da Plutarco: il momento drammatico in cui Focione (402-318 A. C.) - valoroso generale ateniese e seguace di Platone, che ambiva ad una soluzione pacifica della potenziale guerra contro i Macedoni - rifiuta i doni offertigli da Alessandro Magno nel tentativo di corromperlo. Ciononostante, al momento del ritorno in Atene del regime democratico, egli fu accusato di alto tradimento e costretto a uccidersi bevendo la cicuta. Venne perciò successivamente elevato - come prima di lui Socrate e poi Seneca - a simbolo di virtù e integrità morale. Il dipinto si allinea con il vivo interesse suscitato dallo stoicismo a partire dagli anni Trenta del Seicento in alcuni raffinati ambienti aristocratici ed intellettuali soprattutto a Roma e a Napoli, da dove si diffuse in altre aree della penisola. Fra i primi seguaci di questo elitario movimento neostoico fu il marchese Vincenzo Giustiniani, genovese trapiantato a Roma e fra i più fini e arguti mecenati del suo tempo. Sappiamo che Assereto fu a Roma nel 1649, dove probabilmente entrò in contatto con tali ambienti, mentre a Genova Giovanni Benedetto Castiglione si allineava a questo genere di riflessioni in quello stesso torno di anni.
La magnifica tela inedita qui presentata, di cui una seconda versione si conserva al Musée des Beaux-Arts di Nantes, interpreta in maniera esemplare questo tema raramente trattato in pittura - si pensi alla coppia di dipinti realizzati da Poussin nel 1648 e attualmente divisa fra due collezioni aristocratiche inglesi (I funerali di Focione, Oakley Park, Earl of Plymouth e Le ceneri di Focione, Prescott, Lancashire, Earl of Derby) - e ben illustra il virtuosismo pittorico del vigoroso Assereto, in cui tradizione naturalista caravaggesca, colorismo rubensiano ed eloquenza morale e simbolica di un Giulio Cesare Procaccini o di un Cerano s'incontrano in equilibrata fusione, esprimendosi con efficace forza espressiva. Curioso notare che il dono dei macedoni consiste qui in un prezioso vassoio di argento sbalzato - fra i più pregiati prodotti della contemporanea oreficeria genovese - la cui contrapposizione con il povero catino di rame che arreda l'alloggio di Focione serve ad esaltarne l'incorruttibilità e l'austero sdegno di ogni superflua ricchezza.