Lot 43
  • 43

Gioacchino Assereto

Estimate
70,000 - 100,000 EUR
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bidding is closed

Description

  • Gioacchino Assereto
  • Focione rifiuta i doni di Alessandro Magno
  • olio su tela

Condition

The colours of this large painting are redder and more vibrant then the catalogue illustration suggests. The canvas has a modern relining which has rather flattened the paint surface; though the strong brushstrokes can still be appreciated, the impasto has lost its dynamism. To the naked eye the torso of Focione appears abraded and rather thin but the faces, drapery, armour and still life elements appear well preserved.The spots which appear in the photograph in the catalogue do not correspond to discoloured retouchings but rather to patches of dirt on the surface of the varnish. Inspection under UV light reveals retouchings to the left of the lady far left and to the left of the jug lower left. The folds of Focione's brown cloak have been quite extensively retouched, as well as in areas of his leg, above his head, and below him. The aforementioned torso is indeed abraded but has not been retouched. The darker tones of the clothing of the black boy lower right as well as some areas of the armour upper right have been retouched. Other areas of the painting, particularly the faces and the still life elements are well preserved.Offered in a later which is in good condition but which has some surface knocks.Il grande dipinto ha colori dai toni più rossi e vibranti rispetto all’illustrazione in catalogo. La tela presenta una moderna reintelatura che non ha appiattito, però, del tutto la superficie pittorica, dove sono ancora ben apprezzabili le pennellate forti e vigorose. Ad occhio nudo il torso di Focione rivela zone in cui la materia è più abrasa mentre i volti, i panneggi, le armature e gli elementi di natura morta appaiono ben conservati. Le macchie presenti nella fotografia in catalogo, nella parte inferiore della composizione, non corrispondono a ritocchi pittorici scoloriti ma sono solo macchie di sporco sulla superficie della vernice.Con l’analisi con la lampada di Wood, si evincono restauri nella spalla e nel polso sinistro della figura femminile e nell’elemento della brocca, a fianco al bacile. Le pieghe del manto marrone di Focione sono state piuttosto ampiamente ritoccate e alcuni interventi si individuano anche nella zone interessate dalla gamba, sopra la testa e al di sotto della figura. Il torso, come precedentemente detto, è abraso ma non presenta ritocchi. I toni scuri degli abiti del servitore di colore, in basso a destra, e alcuni passaggi dell’armatura del personaggio, in alto a destra, sono stati ritoccati mentre altre parti del dipinto, come i volti e gli elementi di natura morta, appaiono ben conservati, come appare anche ad occhio nudo . L’opera è offerta in una cornice tarda, in buone condizioni e con qualche mancanza di doratura
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Catalogue Note

In quest'intenso saggio di "pittura filosofica" Gioacchino Assereto mette in scena un episodio narrato da Plutarco: il momento drammatico in cui Focione (402-318 A. C.) - valoroso generale ateniese e seguace di Platone, che ambiva ad una soluzione pacifica della potenziale guerra contro i Macedoni - rifiuta i doni offertigli da Alessandro Magno nel tentativo di corromperlo. Ciononostante, al momento del ritorno in Atene del regime democratico, egli fu accusato di alto tradimento e costretto a uccidersi bevendo la cicuta. Venne perciò successivamente elevato - come prima di lui Socrate e poi Seneca - a simbolo di virtù e integrità morale. Il dipinto si allinea con il vivo interesse suscitato dallo stoicismo a partire dagli anni Trenta del Seicento in alcuni raffinati ambienti aristocratici ed intellettuali soprattutto a Roma e a Napoli, da dove si diffuse in altre aree della penisola. Fra i primi seguaci di questo elitario movimento neostoico fu il marchese Vincenzo Giustiniani, genovese trapiantato a Roma e fra i più fini e arguti mecenati del suo tempo. Sappiamo che Assereto fu a Roma nel 1649, dove probabilmente entrò in contatto con tali ambienti, mentre a Genova Giovanni Benedetto Castiglione si allineava a questo genere di riflessioni in quello stesso torno di anni.
La magnifica tela inedita qui presentata, di cui una seconda versione si conserva al Musée des Beaux-Arts di Nantes, interpreta in maniera esemplare questo tema raramente trattato in pittura - si pensi alla coppia di dipinti realizzati da Poussin nel 1648 e attualmente divisa fra due collezioni aristocratiche inglesi (I funerali di Focione, Oakley Park, Earl of Plymouth e Le ceneri di Focione, Prescott, Lancashire, Earl of Derby) - e ben illustra il virtuosismo pittorico del vigoroso Assereto, in cui tradizione naturalista caravaggesca, colorismo rubensiano ed eloquenza morale e simbolica di un Giulio Cesare Procaccini o di un Cerano s'incontrano in equilibrata fusione, esprimendosi con efficace forza espressiva. Curioso notare che il dono dei macedoni consiste qui in un prezioso vassoio di argento sbalzato - fra i più pregiati prodotti della contemporanea oreficeria genovese - la cui contrapposizione con il povero catino di rame che arreda l'alloggio di Focione serve ad esaltarne l'incorruttibilità e l'austero sdegno di ogni superflua ricchezza.