Lot 26
  • 26

Giovanni Battista Gaulli, detto Baciccio

Estimate
70,000 - 100,000 EUR
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Description

  • Giovanni Battista Gaulli, detto Baciccio
  • Adorazione dei pastori
  • etichetta sul teliao: 47/ A (...)
  • olio su tela

Provenance

Collezione Ginetti (?);
Roma, collezione Lancillotti (?);
Roma, Fabrizio Apolloni.

Literature

M. Fagiolo dell'Arco – R. Pantanella, Museo Baciccio. In margine a quattro inventari inediti, Roma 1996, n. 75, p. 56, illustrato fig. 27, p.79;
Giovan Battista Gaulli, Il Baciccio, 1639-1709, catalogo della mostra, Ariccia, Palazzo Chigi, 11 dicembre 1999 – 12 marzo 2000, Ginevra-Milano 1999, p. 175, illustrato p. 174;
F. Petrucci, Baciccio, Giovan Battista Gaulli (1639-1709), Roma 2009, p. 536, n. C15a, illustrato.

Condition

x
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Catalogue Note

Questo splendido Presepe ricco di effetti luministici è un modello per la grande pala dell'altar maggiore della chiesa del Carmine a Fermo, che lo stesso Gaulli realizzò nel 1687 per volontà del cardinal Giovan Francesco Ginetti. Si tratta cioè della tela che venne presentata ai Padri carmelitani per l'approvazione, prima della realizzazione della vasta versione definitiva (olio su tela, cm 420 x 205) ancora conservata in situ. Sembra provarlo il culmine centinato, che testimonia un'interpretazione più tradizionale del quadro d'altare, poi modificata nella versione definitiva, forse per la parallela trasformazione dell'architettura in cui il quadro andava inserito, che pure si modificava in quegli anni. Il dipinto s'ispira alla celeberrima Adorazione dei Pastori di Rubens originariamente collocata nella stessa chiesa e oggi in Pinacoteca, che a sua volta citava una delle opere più esemplari di tutto il Cinquecento italiano: la cosidetta Notte del Correggio allora conservata a Modena, dove il fiammingo dovette studiarla prima che il grosso delle collezioni estensi si trasferisse a Dresda per acquisto del Re di Sassonia.
Altre due versioni in piccolo di circa 65 cm d'altezza, probabilmente "memorie" e non bozzetti della tela fermana, si conservano a Genova: una presso la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola con provenienza dal cardinal Giovan Battista iuniore, detto San Cesareo e l'altra già in collezione Nigro.
Si apprezzano nel dipinto le caratteristiche del Baciccio maturo, scaturite dal grande impegno intrapreso nella decorazione della volta della chiesa del Gesù a Roma e testimoniate dalla complessa composizione barocca che dal Bambino irraggiante di luce sacra si avvita in alto verso gli angeli col turibolo. I colori pastello delle vesti, le carni trasparenti dei putti, i gesti posati dei protagonisti, pur nell'esuberanza pittorica dell'insieme, testimoniano - come provato anche dai documenti - una datazione intorno al 1685-90, quando l'opera dell'artista volge verso un maggior classicismo.

Il dipinto è stato dichiarato di interesse artistico e storico particolarmente importante in data 26 Aprile 2010.