Francesco Fantoni da Norcia

Chiesa di San Francesco, Sassoferrato;
Carlo de Carlo, Firenze;
Collezione privata.

A. de Marchi, Pittori a Camerino nel Quattrocento, Milano 2002, p. 98, nota 365;
V. Sgarbi (a cura di), Pittori del Rinascimento a Sanseverino: Bernardino di Mariotto, Luca Signorelli, Pinturicchio, Milano 2006, pp. 219-220, cat. nn. 54-55.

The catalogue illustration is faithful to the original, though the colours in the painting are less saturated. The panels that make up the support have been cradled to the reverse. The panel joins and cracks are visible to the naked eye and are secured. The paint surface is clean and secure. Reatouchings can be seen in S. Catherine's face. Inspection under UV light is hindered by the glossy varnish although some localised retouchings can be made out, particularly in the architecture and along the panel joins.
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La tavola proviene dalla chiesa di S. Francesco a Sassoferrato e rappresenta una delle poche opere del raro pittore Francesco Fantoni da Norcia, attivo fra Umbria e Marche nel primo trentennio del Cinquecento, di cui si conserva a Brera una lunetta con Deposizione e Santi proveniente dalla smembrata pala degli Osservanti a Fabriano.
Interessantissima è l'impostazione scenica del dipinto, con l'Annunciazione che si svolge su di una sorta di palcoscenico all'antica ornato di putti - quasi fosse un sarcofago romano - mentre i Santi protettori Sebastiano e Caterina d'Alessandria appaiono in primo piano davanti a un siparietto modanato su cui si apre, a volo d'uccello, il morbido paesaggio centroitalico. Questa inconsueta scansione su due livelli consente al pittore di non indugiare sulle immagini dei due Santi - ridotti ad icone devozionali della più autentica tradizione peruginesca - e concentrarsi invece sull'episodio dell'incontro fra Maria e Gabriele che si consuma al centro di una piazza ideale di più pura reminescenza urbinate.
Sono, dunque, le plurime tradizioni transappeninniche che si fondono in quest'immagine a cavallo fra arcaismo e innovazione, dalle elaborazioni prospettiche già metafisiche di Fra Carnevale, al purismo religioso del Perugino, alla tradizione antiquariale che risale, oltre Urbino, fino al tempio dei Malatesta a Rimini.


Il dipinto è stato dichiarato di particolare interesse storico artistico con Decreto Ministeriale in data 30 Luglio 2004.

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