Lot 16
  • 16

Federico Barocci

Estimate
250,000 - 350,000 EUR
bidding is closed

Description

  • Federico Barocci
  • La chiamata di Sant'Andrea
  • tracce di antiche ceralacche sul retro del telaio
  • olio su tela

Provenance

Collezione Contini Bonacossi.

Literature

E. Borea, "Recensione della mostra di Federico Barocci a cura di Andrea Emiliani" in Prospettiva, IV, 1976, p. 60.

Catalogue Note

Questo ricco, atmosferico bozzetto è uno studio per la composizione che il grande maestro urbinate realizzò in scala più ampia per l'oratorio di S. Andrea a Pesaro su richiesta della duchessa di Urbino Lucrezia d'Este. La grande pala, oggi conservata nei Musées Royaux di Bruxelles, fu pagata 200 scudi d'oro - come narra Bellori - e già nel 1584 venne citata da Raffaello Borghini nel celebre Riposo fra le più eccellenti opere dell'artista (v. H. Olsen, Federico Barocci, Copenhagen 1962, pp. 175-176, cat. n. 35). La sua risonanza dovette essere tale che subito a ridosso della collocazione in loco il duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere decise di ordinarne una replica autografa da inviare al re di Spagna Filippo II per suggellarne l'alleanza diplomatica e ottenerne in cambio il pubblico riconoscimento dell'Ordine del Toson d'oro. Una vivace corrispondenza, ricchissima di dettagli, fra il duca e il suo ambasciatore alla corte di Spagna Bernardino de' Maschi ci tiene al corrente dell'intera vicenda, fornendo gli estremi cronologici per datare l'originale di Bruxelles al 1583 e la seconda versione ancora conservata all'Escorial al 1584-1588. Le lettere restituiscono tappa per tappa il procedere del progetto e lamentano la proverbiale lentezza del pittore. Così si esprime il duca da Casteldurante in una missiva della primavera del 1588: "Hora vi diremo che 'l Barocci, oltre l'esser huomo che non si scosta molto dai sessant'anni, è si mal in arnese di sanità, che s'ha fatica di cavarlo di casa per i tempi ben dolci, aggravandosi ogni dì più d'infirmità e melanconia (...). il quadro di S.to Andrea ch'abbiamo mandato ha voluto vicino a cinqu'anni prima che l'habbia finito". Cinque anni in cui la progettualità e la pignoleria creativa dell'artista diedero origine a centinaia di studi su carta attualmente conservati nei gabinetti del disegno degli Uffizi, di Berlino, di Windsor e a questo modelletto su tela che restituisce, nella sua immediatezza, la freschezza della prima invenzione (v. A. Emiliani, Federico Barocci, Pesaro 1985, vol. 1, pp.189-197).
La composizione si ispira al modello degli arazzi di Raffaello in Vaticano, contaminando i due episodi della Chiamata di Andrea e Pietro e quello della Pesca miracolosa. In maniera del tutto originale, il pittore pone l'accento sulla figura di Andrea e sulla sua precedenza nel rispondere alla chiamata del Cristo, mentre il fratello Pietro è ancora intento a scendere goffamente dalla barca. L'atmosfera sospesa, il colorismo sfumato, il sapore fra il familiare e l'aulico che restituisce questa intima teletta sono esemplari di quel personalissimo linguaggio pittorico che resero Barocci tanto celebrato in vita. Un linguaggio che traghettò la pittura italiana dal Rinascimento raffaellesco oltre inutili stilemi manieristi fino al B arocco insieme sensuale e spirituale del divino Guido Reni (v. A. Emiliani, Mostra di Federico Barocci: Urbino, 1535-1612, catalogo della mostra, Bologna 1975, cat. n. 139).

Siamo grati al Professore Edmund P. Pillsbury per aver confermato l'attribuzione del dipinto sulla base di materiale fotografico.


Il dipinto è stato dichiarato di particolare interesse storico artistico con Decreto Ministeriale in data 12 Ottobre 1998.

Please note that this lot has been "notified" with a Ministerial Decree dated 12th October 1998. The Ministry has declared its importance in the context of the Italian cultural patrimony. The lot cannot be exported outside Italy.

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