Anton Sminck Pitloo

Olio su carta applicata a cartone pressato. Ad un primo esame si evidenziano delle mancanze di carta agli angoli e si nota un piccolo strappo ripreso di cm 1 vicino al lato destro (visibili anche da foto in catalogo). L'esame alla lampada di Wood mostra una forte vernice fluorescente stesa disomogeneamente sulla superficie. Si consiglia un'attenta pulitura. L'opera si presenta in buono stato di conservazione Oil on paper lied on cardboard. From a first hand inspection losses of paper are visible at the corners and a repaired scratch (cm 1) is visible along the right hand side edge (also visible from the picture in the catalogue). The ultra violet light reveals thick fluorescent varnish dishomogeneously spread over the surface. A careful cleansing is suggested. The overall condition as to the state of preservation is good.
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Pitloo, trasferitosi a Napoli nel 1815, diede l'avvio alla Scuola di Posillipo, influenzando talmente l'attività artistica nell'area da rendere individuabile una fase "pitloiana" (P.L. Di Giacomo, Pausilypon, 2003).
Il 1830 fu per l'artista un annus mirabilis: la sua ricerca di armonia, d'interpretazione atmosferica del paesaggio e di simbiosi tra uomo e natura raggiunse infatti i migliori esiti.
In questa piccola opera i personaggi paiono persi nell'ammirare lo scorcio: una veduta incorniciata sulla sinistra in primo piano dalle rovine architettoniche e in secondo piano sulla destra dal promontorio. I due personaggi, accostati alla roccia, sembrano ripararsi dal vento che piega le fronde degli alberi, un effetto quest'ultimo reso "per impulso di tocchi" (S.Ortolani, Giacinto Gigante e la pittura di paesaggio a Napoli e in Italia dal '600 all'800, 1970, p.138).