Alessio Issupoff

Acquistato dalla famiglia dell'attuale proprietario direttamente dall'artista nel 1950 circa.

G. Nicodemi, Alessio Issupoff, Milano 1949, Tav. XXI, illustrato in bianco e nero

Opera in prima tela. Ad un primo esame si evidenziano cinque o sei cadute puntiformi di colore sparse. L'esame alla lampada di Wood evidenzia una leggera vernice sparsa disomogeneamente sulla superficie. Si evidenziano due ritocchi in corrispondenza dell'area di caduta lungo il velo della donna a destra e a sinistra. L'opera si presenta in ottimo stato di conservazione. Painting on original canvas. From a first hand inspection there are five or six small losses spread over the surface.. The ultra violet light reveals light fluorescent varnish dishomogeneously spread over the surface and tow small retouches along the womans veil on the lelt and right hand side. The overall condition as s to the state of preservation is very good.
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Nel 1915 Issupoff, arruolato nell'esercito russo e non potendo fare immediato ritorno a Mosca per motivi politici, si reca a Samarcanda, l'antichissima città delle moschee posta sulla Via della Seta, caratterizzata da una pittoresca popolazione e da splendide opere d'arte.
L'artista aiuta la commissione locale impegnata nel progetto per la conservazione dei monumenti più importanti, lavoro che gli permetterà di approfondire il lato storico della città, oltre a quello artistico.
Nasce in lui sempre più profondo il desiderio di documentare la vita di quei luoghi, gli usi e costumi del popolo che li abita, insieme alle magnificenze architettoniche, arricchite dalle splendide pareti rilucenti di maioliche e di azzurre decorazioni mosaicate. In particolare è il Registan, il cuore della città con le sue maestose madrase e piazza del mercato, il luogo dove tutto prende vita e forma, che cattura più volte l'attenzione dell'artista: "...sulla piazza tutti convergono dalle strade affollate, e la folla degli uomini con i turbanti bianchi e delle donne con i veli neri e gli abiti di vario colore si muove e si agita di contro le terracotte lucide che rivestono le moschee come sontuosi tappeti persiani" (Nicodemi, op.cit., p. 28).
In questo scenario si colloca Nell'Ombra, mercato a Samarcanda – databile al 1918 - come testimonianza della magia di una città di luci, colori e profumi di spezie. Le rapide pennellate palpitano di colori brillanti, riflessi di luce e ombre che lasciano spazio d'espressione al sentimento, fermando l'attimo nel tempo.
L'opera è illustrata nella monografia con una prima firma in cirillico, tracce della quale sono ancora visibili. Successivamente la firma è stata modificata dall'artista in lettere latine per soddisfare le richieste del mercato europeo.