Lot 42
  • 42

Hubert Robert

Estimate
200,000 - 300,000 EUR
bidding is closed

Description

  • Hubert Robert
  • Capriccio architettonico con la Basilica di Costantino;Capriccio architettonico con l'Arco degli Orefici adiacente a S. Giorgio in Velabro e l'Arco di Giano;Capriccio architettonico con il Tempio di Faustina, l'Arco di Tito e le mura dei Giardini Farnese;Capriccio architettonico con il Tempio di Venere, S. Francesca Romana e in secondo piano la Basilica di Costantino
  • olio su tela, un set di quattro
    oil on canvas, a set of four

Provenance

Collezione Adrien Fauchier-Magnan, Parigi;
Paula de Koenisgberg, Buenos Aires, 1967;
Carlo Orsi, Milano, 1997.

Exhibited

Parigi, Galerie D'Atri, 1922-1923;
Buenos Aires, Museo Nacional de Arte Decorativo, Exposición de Arte Francés, Ottobre 1959.

Literature

P. de Nolhac, "Les premières oeuvres romaines d'Hubert Robert" in La Renaissance de l'art Français, vol. VI, Gennaio 1923, p. 33, illustrati pp. 28-30 e 32 (la serie di quattro);
H. Voss, "Opere giovanili di Hubert Robert in Gallerie Italiane" in Dedalo, 1928, vol. VIII, pp. 743-751, il terzo Capriccio illustrato p. 747.

Condition

The paintings have more contrast than the catalogue illustration suggest. The four paintings have been relined and are offered in gilt wood frames, visible in the photo at p. 46. The impasto is well preserved, also after the lining. No relevant damages are visible to the naked eye, except an oxidised varnish more evident in the Capriccio architettonico con il Tempio di Faustina, l'Arco di Tito e le mura dei Giardini Farnese and in the Capriccio architettonico con il Tempio di Venere, S. Francesca Romana e in secondo piano la Basilica di Costantino. Uv light inspection: Capriccio architettonico con la Basilica di Costantino uv light confirms the excellent condition, showing only marginal retouchings in the sky and in the first level (localized in the vegetation and in the capital). Marginal retouchings along the edges. Capriccio architettonico con l'Arco degli Orefici adiacente a S. Giorgio in Velabro e l'Arco di Giano uv light confirms the excellent condition, showing only marginal retouchings in the sky and in the first level. Marginal retouchings along the edges. Capriccio architettonico con il Tempio di Faustina, l'Arco di Tito e le mura dei Giardini Farnese: uv light shows retouchings along the four edges, secondary restorations along the sky and a restoration zone of 4 x 4 cm. at about the half of the last three columns. Capriccio architettonico con il Tempio di Venere, S. Francesca Romana e in secondo piano la Basilica di Costantino: uv inspection reveals restorations along the whole upper edge, many restorations in the sky, which draw into the half of the bell tower and covering the craquelure. Other restorations are visible in the left figure, while the right section of the painting looks undamaged.
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Catalogue Note

I quattro eleganti Capricci qui presentati sono stati realizzati da Hubert Robert durante il soggiorno romano, uno dei periodi più intensi della sua carriera per l'originalità e la qualità delle composizioni. Dopo una prima formazione parigina, infatti, all'età di ventuno anni Hubert giunse a Roma dove, sotto la protezione di Étienne François de Choiseul, ambasciatore francese presso la Santa Sede, fu ammesso all'Accademia di Francia. Qui subì il fascino delle incisioni di Giovan Battista Piranesi e del vedutismo arioso di Gian Paolo Panini, sempre fortemente legato all'ambiente francese romano. Il giovane Hubert elaborò questi riferimenti in un personale ed elegante linguaggio pittorico di gusto già Rococò, grazie anche ai noti rapporti con l'amico Jean-Honoré Fragonard. Nelle tele e nelle incisioni di questo periodo si ritrovano i ricordi dei suoi viaggi nel Lazio e in Campania, compiuti in compagnia dello stesso Fragonard e dell'abate Richard Jean Claude de Saint-Non. Le sue composizioni fantastiche, in cui le imponenti rovine del mondo classico incorniciavano scene di vita quotidiana del tempo, riscossero molto successo in tutta Europa. Le opere qui esposte, di straordinaria morbidezza atmosferica e ricche di una grande varietà di mezzi toni e di sfumature, appartengono ad una serie di dieci dedicata alle rovine romane, già nella Raccolta D'Atri, ricostruita in primis da da Pierre de Nolhac nel 1923 e successivamente da Hermann Voss nel 1928 (op. cit.).
Dopo un soggiorno a Venezia nel 1764, l'artista fece definitivamente ritorno in Francia, dove divenne membro dall'Académie Royale e, a partire dal 1767, espose regolarmente le sue opere nel Salon. Nel 1784 gli fu assegnato il prestigioso incarico di curatore della collezione reale di dipinti del Louvre, ruolo che mantenne anche nei primi anni della Rivoluzione Francese. Morì a Parigi nel 1808.