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Viviano Codazzi
Description
- Viviano Codazzi
- Capriccio architettonico con piazza cittadina e porticati di fantasia;Capriccio architettonico con portico dorico e tempio sullo sfondo
il primo monogrammato e datato sulla base della prima colonna a destra: VC ROMA 1663
- olio su tela, una coppia
a pair, both oil on canvas
Provenance
Mercato d'arte, Brescia;
Collezione privata, Brescia;
Paolo Canelli Antichità, Milano, 1988.
Literature
G. Briganti, "Viviano Codazzi" in I Pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo. Il Seicento, vol. I, Bergamo 1983, p. 688, cat. no. 8, il primo (con identificazione errata) illustrato a p. 734, fig. 1 (con figure di Jan Miel) e il secondo illustrato a p. 735, fig. 2 (con figure vicine a Pandolfo Reschi);
L. Trezzani in G. Briganti, I Bamboccianti. Pittori della vita quotidiana a Roma nel Seicento, Roma 1983, p. 110, n. 12 (il primo, con figure di Miel);
F. Arisi, Gian Paolo Panini e i fasti della Roma nel '700, Roma 1986, p. 29, illustrato tavola 28 (il secondo, come Codazzi);
D. R. Marshall, Viviano and Niccolò Codazzi and the baroque architectural fantasy, Milano 1993, il primo a p. 252, cat. no. VC 134, illustrato a colori p. 253 (con figure di Jan Miel o Michelangelo Cerquozzi), e il secondo a pp. 256-259, cat. no. VC 137, illustrato a colori p. 257 (con figure di Vicente Giner).
Condition
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Catalogue Note
Questi due raffinati Capricci furono realizzati da Viviano Codazzi a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Seicento. La firma e la data "1663" presente nel primo dipinto, il Capriccio architettonico con piazza cittadina e porticati di fantasia, confermano in pieno tale datazione. L'opera è concepita in modo altamente teatrale, dove il cortile ed il porto in lontananza sembrano parte di un unico impianto scenico con le figurine che entrano ed escono dai portici come veri attori di teatro. Per tali composizioni Codazzi si ispirò ad incisioni contemporanee come quella trovata di Pfeiffer, tratta da un disegno di Giuseppe Galli Bibiena (v. D. R. Marshall, Viviano and Niccolò Codazzi and the baroque architectural fantasy, Milano 1993, p. 49, fig. 20). È inoltre importante sottolineare che la veduta costiera visibile nel secondo piano è ispirata al golfo di Napoli e la fortezza in cima alla collina ricorda Castel Sant'Elmo. Per un discorso attributivo sulle raffinate figure che animano il dipinto Ludovica Trezzani e Giuliano Briganti suggerirono che l'autore potesse essere Pandolfo Reschi, mentre David Ryley Marshall propose un'attribuzione al pittore di origine spagnola Vicente Giner, che è stato documentato a Roma intorno agli anni Sessanta.
Il secondo quadro qui presentato, il Capriccio architettonico con portico dorico e tempio sullo sfondo, è sempre databile agli anni Cinquanta/Sessanta e presenta numerosi rimandi sia stilistici che compositivi ad altre opere dello stesso periodo, tra le quali spicca per similitudine il Capriccio con l'Arco di Costantino ed il Colosseo conservato a Corsham Court, Inghilterra. Ludovica Trezzani e Giuliano Briganti notarono che l'elaborazione delle figure rimandava ad una possibile collaborazione con Jan Miel, mentre David Ryley Marshall propose il noto figurista romano Michelangelo Cerquozzi, sempre e solo per la realizzazione delle figure (v. D. R. Marshall, op. cit. p. 252).