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Eugenio Cecconi
Description
- Eugenio Cecconi
- La terrazza sul mare
- firmato in basso a destra ECecconi
- olio su tela
- cm 105.5 x 78.5
Catalogue Note
Opera di uno tra più apprezzati autori del secondo Ottocento toscano, La terrazza sul mare ci aiuta a ricordare che il lavoro di Eugenio Cecconi non è riconducibile esclusivamente a soggetti legati alla tematica venatoria (cfr. lot 78), nonostante questi, data la sincera passione del pittore livornese per la caccia, siano i motivi pittorici più frequenti nella sua produzione e, quindi, i più noti.
Formatosi nel fervido clima realista che si respirava nella tenuta di Castiglioncello a contatto con i giovani artisti che Diego Martelli ospitava ogni estate - a Castiglioncello Cecconi conosce Boldini, Bechi e stringe amicizia con Abbati, il pittore che più di altri avrebbe influenzato la sua ricerca -, Cecconi fa il suo esordio nel mondo dell'arte nell'autunno del 1869 presentando alla Promotrice di Torino uno studio di Paesaggio.
L'amore per la vita all'aria aperta insieme alla varietà del paesaggio della sua Toscana - dai terreni paludosi di Stagno ai fitti boschi di lecci secolari di Tombolo, dalle morbide colline lucchesi alla vasta Maremma -, offrono al giovane Cecconi occasioni continue per dedicarsi con passione allo studio del vero; splendido esempio della pittura di quei primi anni rimangono le Macchiaiole di Tombolo e La prima beccaccia, dipinti presentati alla Seconda Esposizione Nazionale a Milano, nel 1872, le Cenciaiole livornesi, 1880, oggi conservato al Museo Giovanni Fattori di Livorno e considerato uno dei primi capolavori del naturalismo, e Il riposo presentato a Firenze in occasione della prima esposizione internazionale di quadri moderni della Società Donatello nel 1880. Nel medesimo anno Cecconi si trasferisce a Firenze dove apre uno studio in via degli Orti Oricellari, luogo ben presto frequentato da artisti e intellettuali, da belle donne e aristocratici cacciatori, nelle tenute dei quali Cecconi è gradito ospite durante i più importanti appuntamenti di caccia, uno di questi ricordato ne Il marchese Carlo Ginori e il conte Niccolini a caccia sull'isola di Montecristo.
Le frequentazioni mondane avrebbero aperto al pittore livornese le case delle famiglie aristocratiche toscane e portato molte richieste di dipinti su commissione, lavori destinati direttamente ai salotti privati, mai esposti in occasione di pubbliche esposizioni e, perciò, sconosciuti alla critica; ed è credibilmente proprio a una simile circostanza cui si deve l'esecuzione di una tela quale La terrazza sul mare, opera inconsueta nella produzione del pittore, stilisticamente riconducibile alla pittura veloce e luminosa degli anni novanta, nella quale Cecconi inserisce un tenero incontro tra innamorati in un alta prova di pittura di paesaggio.
La terrazza infatti non è nient'altro che uno splendido giardino di una villa che si affaccia sul mare, come suggerisce l'uniforme degli allievi ufficiali della marina indossata dal giovane protagonista. A tal proposito si ricorda che il fratello minore di Eugenio, Olinto, era ufficiale della Regia Marina e già alla fine degli anni sessanta aveva fatto da tramite per un'importante commissione: Eugenio Pio Castelli, infatti, intimo amico di Olinto, in occasione del primo anniversario di matrimonio con Maria Rosa Clarissa Donegani, aveva commissionato al pittore due dipinti che avrebbero dovuto essere ambientati nei luoghi dove aveva conosciuto la moglie, vale a dire la proprietà dei Gamba ad Antignano. (cfr. G. Daddi, Un pittore signore, in Cecconi, Mariani, Quadrone. Caccia e natura nella pittura italiana dell'Ottocento, a cura di Daddi, Ranzi, Marini, Firenze 2003, pp. 8-11). E, anche se per motivi stilistici La terrazza sul mare non è riconducibile ad uno di quei dipinti, non è però improbabile che anche quest'opera sia stata commissionata al Cecconi attraverso le amicizie, saldamente legate al mondo della Regia Marina, del fratello Olinto.
E. C.