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Gaetano Chierici
Description
- Gaetano Chierici
- Un piccolo dono
- firmato al centro a destra Chierici
- olio su tela
- cm 45 x 57.8
- Eseguito nel 1865 - 70
Provenance
Condition
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Catalogue Note
Andrea Baboni, curatore della catalogazione dell'opera dell'artista, ha espresso parere orale sul dipinto, riferendolo alla mano di Gaetano Chierici.
Attraverso un confronto stilistico tra Un piccolo dono e alcune delle opere eseguite da Gaetano Chierici intorno alla metà degli anni sessanta tra le quali Primi passi, 1865, di proprietà della Galleria d'Arte Moderna di Genova, e Le gioie di una madre, 1866, appartenente alle collezioni della Galleria d'Arte Moderna di Firenze, si propone per il dipinto in oggetto una datazione tra il 1865 e il 1870.
Un piccolo dono presenta infatti tutte le peculiarità - stilistiche e narrative - caratterizzanti i primi lavori dell'artista reggiano. Il motivo del neonato adagiato su alcuni cuscini, colto mentre protende le braccia nel tentativo di afferrare un frutto maturo, è infatti il medesimo di Le gioie di una madre, esposto alla Promotrice di Firenze nel 1867 insieme a Un cuor contento ed acquistato in quell'occasione dal Ministero della Pubblica Istruzione, dipinto nel quale, tuttavia, è il fratellino più grande a porgere una pera al nuovo nato, mentre la madre, seduta su una sedia intenta a filare la lana, sorride, amorevolmente compiaciuta, ai figlioletti. E se il motivo della figura femminile leggermente chinata in avanti è riconducibile ad un disegno a matita datato dalla critica al 1870 - disegno preparatorio per una versione de Il piatto rotto - (cfr. E. Monducci (a cura di), Gaetano Chierici 1838-1920 Mostra Antologica, Reggio Emilia 1986, pag. 283, n. 248), è alla prima versione delle Beffe al gatto, datato tra il 1865-70, cui guardare per ritrovare il medesimo ambiente della nostra composizione. (cfr. E. Monducci, op. cit. pag. 143, n. 18).
E se è vero, come è vero, che Chierici riprende più volte nel corso degli anni i medesimi soggetti, sono caratteristiche stilistiche peculiari della fase giovanile qui riscontrate a suggerire per Un piccolo dono un'esecuzione a quegli anni. Il dipinto qui presentato, infatti, pur mostrando già la rigorosa capacità del suo autore di comporre l'immagine secondo uno schema centralizzato, narra un episodio più che descrivere l'ambiente in cui questo si svolge. In Un piccolo dono Chierici accentra la propria attenzione sul nucleo familiare, delineato attraverso una pittura minuziosa e accurata, mentre rende più sommariamente ambiente e oggetti, i quali diversamente da quanto sarebbe accaduto nelle opere dagli anni settanta in poi, non sono ancora descritti con l'attenzione raffinata che avrebbe caratterizzato le opere mature, ma dipinti sommariamente ed in toni molto più sommessi rispetto ai colori squillanti dei lavori successivi.
Il dipinto qui esposto testimonia, oltre ad un' innegabile attenzione alla pittura olandese di interni, un chiaro influsso sul giovane Chierici della pittura degli Induno, conosciuta credibilmente dall'artista reggiano durante il soggiorno fiorentino - dal 1858 al 1866 - proprio attraverso le esposizioni della Società Promotrice, una pittura dalla quale Chierici mutua sia il repertorio iconografico fatto dei più disparati oggetti di uso quotidiano, sia la propensione per interni "accuratamente disordinati", ambienti dai muri vecchi con l'intonaco sgretolato, con arredi consunti, stoviglie e piatti sbeccati, vecchie ramazze abbandonate negli angoli oltre a utensili vari sparsi su pavimenti sudici secondo un disordine sapientemente ricercato.
E. C.