Lot 307
  • 307

Enrico Castellani

Estimate
25,000 - 30,000 EUR
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bidding is closed

Description

  • Enrico Castellani
  • Senza titolo
  • firmato e datato 3/59 sul retro
  • olio e fili su tela
  • cm 80x100

Provenance

Millenium Arte Contemporanea, Milano
Galleria Ippolito Simonis, Torino

Exhibited

Bergamo, Galleria Fumagalli, Enrico Castellani, 1997, pag. 6, illustrato
Rodengo Saiano, Abazzia Olivetana, Il tempo culturale di Remo Bianco. Opere degli anni '50-'60, 1998, pag. 73, illustrato a colori
Mosca, State Pushkin Museum of Fine Arts, Enrico Castellani. Variazioni sul metodo, 2005-2006, pagg. 26, 27 e 118, illustrato a colori

Literature

V. Coen, Enrico Castellani, Milano 1999, pag. 27, illustrato a colori
G. Celant, Enrico Castellani, Milano 2001, pag. 70, illustrato a colori

Condition

This work appears to be in generally good overall condition. The canvas is slightly wavy by the upper left corner and by the lower corners. There are traces of threadlike stable craquelures particularly toward the centre of the canvas and toward the left margin. No traces of retouchings appear to be visible under UV light.
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Catalogue Note

Nel 1959 Enrico Castellani realizza Superficie nera in rilevo, una tela di piccole dimensioni dipinta in modo uniforme la cui superficie è mossa da noccioli che, da dietro, andando ad alterarne la classica tensione, creano sporgenze e depressioni apparentemente disposte in modo casuale. Così facendo costruisce un territorio entro il quale dialogano, si attraggono e si respingono pieno e vuoto, concavo e convesso, luce e ombra, positivo e negativo. Prima di Superficie nera in rilevo il suo fare è iscrivibile in un contesto tardo informale e i suoi lavori su carta o su tela sono, per aspetto e per qualità, avvicinabili alle esperienze già mature del dripping di Jackson Pollock e a quelli di Otto Wols e di Mark Tobey; la matericità di queste sue prime opere non è certo quella pastosa di Jean Doubuffet ma piuttosto quella garbata e leggera dei frottages di Max Ernst. Sopra e sotto la pittura si insinuano materiali anomali quali fili, "quasi preludio all'idea di tensione"(A. Zevi, Castellani, Ravenna 1984), che sostituiscono la pennellata o ne seguono l'andamento e subito dopo imbottiture sporgenti che porteranno Castellani a preferire interventi radicali in grado di variare, oltre che l'aspetto, la struttura della tela e a guardare con interesse "più la saturazione che la composizione, più il livellamento dei segni che la loro diversificazione, più il dato strutturale che quello viscerale" (ibid.). Enrico Castellani riesce "a formare un'architettura nuova, non più sorretta dalla linea ma dalle impennate dei colori guidati da fili sottili applicati sulla tela, suggerendo, poi, una concezione meno desolata dell'uomo, con ricuperi operati da un lirismo incantato che apre certe possibilità di salvezza: una linea blu... Altro non c'è, da chiedere, ora, e altro non può interessare, una volta superate, come sono, le pericolose zone del puro gesto" (L. Paolazzi, Bonalumi, Castellani, Manzoni, Roma 1959). Dal 1959, ma sempre prima di Superficie nera in rilevo, le tele di Enrico Castellani si arricchiscono di increspature e fessurazioni. Queste tele grinzate, vicine come nessuna altra sua opera agli Achrome di Piero Manzoni fatti di tela bianca immersa nel bianco del caolino e poi disposta ripiegata più volte su se stessa sul telaio, e vicinissime pure alle contemporanee esperienze di Salvatore Scarpitta, segnano un momento decisivo ed è a questo punto che ha inizio l'elaborazione e l'invenzione di Enrico Castellani.

Federico Sardella