Ruggero Focardi

Galleria Genova, Genova (1178 A)
Galleria Bottega d'Arte, Livorno (1929, n. 18)

Milano, Galleria Pesaro, Mostra delle opere dei pittori Ruggero Focardi, Giulio Cesare Vinzio e dello scultore Alimondo Ciampi, Marzo 1928;
Firenze, Galleria Cavalensi e Botti, Esposizione delle opere d'arte del pittore Ruggero Focardi, dello scultore Alimondo Ciampi, Marzo 1928

Work on first canvas. The ultra violet light reveals a light fluorescent varnish spread over the surface. There are some small retouches on the wall on the left-hand side and other in the sky on the right where a vertical scratch ( cm 12 x mm 4) recently restored is. Net to it there are tow more losses (cm 1 x 3 and cm 1 x 1.5). Other small retouches are in the middle of the composition and one ( cm 4 x mm 5) on the left-hand side of the player in the foreground. The painting does not need restoration or cleansing. The overall condition as to the state of preservation is good.
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L'adozione di un rigoroso impianto prospettico mediante il quale impaginare sapientemente la composizione e la scelta di soffermarsi su un singolare motivo pittorico, quale lo svolgimento di una partita di pelota durante una calda estate milanese, rendono il Giuoco del pallone un dipinto insolito e piacevolmente interessante nella produzione del pittore fiorentino Ruggero Focardi.

Allievo di Telemaco Signorini, il Focardi sembra voler rendere omaggio attraverso un uso sapiente della luce e una certa impostazione spaziale proprio all'amico e maestro di un tempo; alle opere del Signorini, infatti, riconducono sia l'espediente prospettico del muro bianco che delimitando il campo adibito al gioco chiude completamente lo spazio della visione verso sinistra e getta un' ombra sul campo di gioco e sulla tribuna in legno che accoglie gli spettatori, sia il nitore della luce solare che illumina in un crescere di limpidi toni il paesaggio sullo sfondo.

Il dipinto, eseguito nel 1905, ferma un momento interessante nella storia dei cambiamenti urbanistici e sociali di Milano agli inizi del secolo scorso. Lo sferisterio, infatti, sorgeva fuori le mura, in fondo a Corso XXII Marzo, oltre Porta Vittoria, in una zona che, proprio in quegli anni, andava mutando definitivamente la propria fisionomia trasformandosi da rurale a urbana.

Sullo sfondo è chiaramente riconoscibile l'edificio neogotico della Chiesa di Santa Maria del Suffragio costruita da Alfonso Parrocchetti, a ridosso del cimitero di porta Vittoria, tra il 1890 e il 1896, con il precipuo scopo di servire una comunità religiosa che nel volgere di pochi anni era quasi triplicata e non era più gestibile dalla parrocchia di Santa Maria Nascente a Calvairate.

Proprio nel 1896 il cimitero fu chiuso per dar spazio a nuove strade, quali le vie Mameli, Bronzetti e Marcona, ad abitazioni ma soprattutto a luoghi d'incontro dove poter trascorrere piacevoli momenti di svago, tra questi alcuni campi da calcio e lo sferisterio. La tela del Focardi ci restituisce la chiesa ancora con la vecchia facciata in mattoni, facciata che venne terminata dall'ingegnere Spirito Chiappetta solo nel 1927.

E. C.