Giuseppe Bernardino Bison Palmanova nel Friuli 1762-1844 Milan

Dopo la pionieristica monografia scritta da Carolina Piperata nel 1940, che ha dato impulso agli studi su Giuseppe Bernardino Bison, all’artista è stata finalmente tributata un’importante mostra in tempi relativamente recenti, nel 1997, presso i Musei Civici di Udine. L’esposizione è stata l’occasione per fare il punto sulla ricca e interessante produzione del pittore.
Questo piccolo dipinto su cartoncino si inserisce nella produzione di vedute del Bison e appartiene, con ogni probabilità, alla sua produzione matura. Nel lungo periodo triestino, iniziato nel 1805 e terminato nel 1831, quando si trasferì a Milano, riscosse notevole successo e le sue tele di paesaggio furono molto ricercate dai collezionisti dell’epoca. Una volta giunto nel capoluogo lombardo, dove la scena era dominata dalla figura di Francesco Hayez, respirò a pieno il nuovo clima romantico e partecipò alla vita artistica cittadina, esponendo assiduamente a Brera.
Nonostante le molteplici influenze culturali, come si evince chiaramente anche da quest’opera, Bison rimase sempre un testimone del vivace Settecento veneto. Osservò con attenzione l’opera di Canaletto, ma recepì anche le novità introdotte nei generi della veduta e del capriccio da Francesco Guardi. La veduta notturna dell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia è otticamente nitida e precisa, ma mostra già inquietudini romantiche. L’impianto compositivo, di per sé semplice e tradizionale, è reso fortemente suggestivo dal contrasto tra i bagliori lunari e le nuvole scure che minacciano tempesta.
L’opera presenta affinità stilistiche con il Capriccio con rovine e chiaro di luna che nella mostra di Udine era significativamente esposto nella sezione dedicata a “Notturni e visioni sepolcrali” (n. 24, p. 139).