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Pietro Damini Castelfranco 1592-1631 Padova
Description
- Pietro Damini
- Ritratto di Cesare Cremonini
recante iscrizione e data lungo la mensola in basso: CAESAR CREMONINVS CENTENSIS ATAVIS ZANEBONVS CREMONENSIS/ PATAVINAE VNIVERSITATIS PHIL.S PRIMAE SEDIS ANNO 1625 AETATIS SVA
recante iscrizione in alto a destra: NAT. 1557.
recante iscrizione in centro a destra: AET. 68.olio su tela
Catalogue Note
L’intenso ritratto del filosofo e professore universitario Cesare Cremonini, amico e rivale di Galileo Galilei, è opera del padovano Pietro Damini, attribuzione confermata dal Professore Pier Luigi Fantelli con comunicazione scritta al proprietario.
Il dipinto è databile tra il secondo e il terzo decennio del Seicento quando l’artista rivela un aggiornamento della conduzione pittorica della materia sui modi di artisti contemporanei quali in particolare Domenico Fetti, come mostra la tangenza con il suo Ritratto di Francesco Andreini dell’Ermitage (1621-22). Caratteristico dei modi di Damini è il colore smorzato, abbondante di grigi perlacei, e la valida regia nel costruire la composizione che l’artista meditò sulla contemporanea pittura lombarda. Il dipinto conferma inoltre l’atteggiamento realistico della sua ritrattistica, sia nell’attenzione ai dati fisionomici sia nell’uso di una luce calma intensamente naturale che dà evidenza alle forme.
Pietro Damini ricoprì una posizione particolarmente importante nell’ambiente artistico padovano. Nacque Castelfranco nel 1592 e a vent’anni (1612) si trasferì a Padova dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1631 per la stessa epidemia di peste che colpì anche il filosofo Cremonini. Gli esordi della sua attività artistica avvennero probabilmente sotto gli insegnamenti del palmesco Giovan Battista Novello, suo concittadino. Lontano dall’ambiente veneziano influenzato da Tintoretto, Damini si concentrò nello studio dell’opera di Veronese e della luce dei Bassano. Una delle prime opere eseguite a Padova è il San Gerolamo sull’altare dei Selvatico nel Duomo (circa 1612), opera impostata su una certa violenza luministica che conferisce alla figura e agli oggetti “una sostanziosità quasi ostentata” (R. Pallucchini, La pittura veneziana del Seicento, Milano 1981, vol. I, p. 88). Dopo un soggiorno a Vicenza, fece ritorno a Padova dove realizzò il vasto telero raffigurante San Bernardo che converte il Duca di Aquitania (1619) in cui sembra anticipare i modi di Pietro della Vecchia. Il resto della sua carriera si concentrò nella città veneta dove eseguì i suoi principali capolavori quali il telero con il Capitano Silvestro Valzer […] (1619-1621), dove la sfilata di personaggi variata, mossa e puntuale nelle caratterizzazioni fisionomiche rivela la riflessione sull’opera di Leandro Bassano, e la pala con l’Angelo custode per la chiesa di Sant’Agostino (1622), la cui intensa orchestrazione cromatica richiama i colori dalla nettezza smaltata di Carlo Saraceni riletti attraverso l’interpretazione portata a Verona da Alessandro Turchi, Pasquale Ottino e Marcantonio Bassetti.
Cesare Cremonini, nato a Cento nel 1550 in una famiglia di pittori, si indirizzò presto agli studi di filosofia e nel 1590 si trasferì a Padova per affiancare nell’insegnamento Francesco Piccolomini. Nel 1600 fu insieme a Galileo tra i fondatori dell’Accademia dei Recovrati e nel 1601 ottenne la prima cattedra di filosofia naturale dell’università di Padova. Sebbene Cremonini avesse stretto con Galileo una salda amicizia e insieme a lui fosse sottoposto a un procedimento inquisitoriale, non mancarono tra i due alcuni dissapori di carattere scientifico, dovuti in primo luogo alla novità e ai temi dell'insegnamento del matematico toscano. L’aristotelismo di Cremonini tuttavia non fu ortodosso e avanzò numerose proposte innovative anche in materie astronomiche. La sua fama di commentatore aristotelico e di filosofo naturale attrasse a Padova numerosi visitatori. Morì a Padova nel 1631, due anni dopo aver lasciato l'insegnamento, carico di onori e di riconoscimenti.
Il dipinto è in temporanea importazione artistica e non necessita quindi di autorizzazione all'esportazione.
The painting is on temporary artistic importation licence and therefore does not need a permit to be exported.