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Vincenzo Cabianca (Verona 1827 - Roma 1902)
Description
- Vincenzo Cabianca
- il romito
- firmato e datato in basso a destra V Cabianca / 1887
- olio su tavola
- cm. 50.3 x 31.7
Condition
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Catalogue Note
Nonostante il soggetto del dipinto di Vincenzo Cabianca qui presentato risulti abbastanza insolito nella produzione più nota dell'artista rientra, però, perfettamente nella temperie culturale che si respirava nell'ambiente artistico romano negli anni ottanta-novanta dell'Ottocento, gli anni che vedono sorgere e crescere quel sodalizio pittorico In Arte Libertas, alla nascita del quale partecipa, insieme ad un ristretto gruppo di artisti anche Cabianca.
Attraverso lo studio e il contatto diretto con la natura e con la ripresa di un linguaggio artistico puro - riconducibile al linguaggio dei Primitivi e dei maestri del Quattrocento -, non contaminato dalla volgarità del presente, il gruppo propone, in sintonia con le idee ruskiniane, una rinascita, una sorta di rinnovamento dell'arte.
Punto di riferimento sono i filosofi, i poeti ed ovviamente i pittori romantici delle scuole europee, quella inglese e tedesca in particolare; punto di partenza lo studio della natura e del paesaggio, che sebbene serio e minuzioso deve condurre a ben altro che una semplice resa di un dato atmosferico o di un effetto di luce, ma essere tramite di idee morali e sentimenti di significato universale.
L'atmosfera rarefatta del dipinto, la morbidezza dell'esecuzione pittorica nella quale è, comunque, riconoscibile la mano del maestro, oltre la sobrietà di una tavolozza giocata su toni caldi, fanno di quest'opera una prova esemplare dell'evoluzione dell'arte del pittore veronese - già caratterialmente incline ad una sorta di spiritualismo contemplativo -, entro lo svolgersi della ricerca di In Arte Libertas.
Ecco, dunque, che il paesaggio che s'intravede sullo sfondo, è sì colto sul vero, attraverso una serie di studi eseguiti sul motivo, forse proprio sugli scogli del litorale maremmano che frequentava un tempo, ma è traslato ed evoca uno stato d'animo; così non importa se il soggetto dell'opera sia o meno un essere umano, ciò che traspare e ciò che conta è la singolare malinconia, la struggente solitudine che coinvolge ogni essere vivente, caratteristiche queste che, considerata anche la datazione del dipinto al 1887, ci invoglia ad ipotizzare un'identificazione dell'opera qui proposta con un olio suggestivamente intitolato Il romito, esposto alla Società Amatori e Cultori di Roma nel 1888 (n. 249).