Lot 33
  • 33

Giuseppe Capogrossi

Estimate
80,000 - 120,000 EUR
bidding is closed

Description

  • Giuseppe Capogrossi
  • Superficie 18 (Equivalenze)
  • firmato, iscritto, intitolato e datato 52 sul retro
  • olio su tela
  • cm 65,5x50

Provenance

Galleria del Naviglio, Milano, n. 2455
Collezione Somaré, Milano
Galleria Tega, Milano
Ivi acquistato dall’attuale proprietario nei primi anni Novanta

Literature

Giulio Carlo Argan, Capogrossi, Roma 1967, p. 145, n. 76, illustrato

Catalogue Note

"Fin da allora avevo cominciato a interessarmi a Capogrossi, a questo artista il cui linguaggio mi appariva personalissimo, e il cui messaggio lucido e ardimentoso aveva infinite possibilità, la cui posizione soprattutto era fuori dagli schemi consueti. Gli avevo organizzato una mostra alla Galleria del Cavallino a Venezia, e gli proposi successivamente di far parte degli artisti del «Naviglio». Alla Biennale del 1952, Capogrossi partecipò con cinque opere, di cui una venne acquistata dalla Galleria d'Arte Moderna di Roma; subito dopo fu invitato, unico tra gli artisti italiani, alla mostra «Véhémences confrontées», ideata a Parigi da Michel Tapié alla Galerie Nina Dausset. Insieme a lui c'erano nomi internazionali e di avanguardia, come Hartung, Pollock, Mathieu; De Kooning, Wols. Intanto la Zimmergalerie di Francoforte in Germania allestiva una sua personale che riportò un notevole successo. Nel gennaio 1953 lo presentavo alla Galleria del Naviglio e questa volta i grandi collezionisti milanesi non si lasciarono sfuggire un artista tanto singolare: infatti si mossero subito da Jucker a Cesare Tosi, da Mazzotta a Jesi, da Moglia a D'Alessandri, acquistandone le opere per le loro raccolte. Dal suo canto, la critica prendeva in esame il nuovo caso con scritti pieni di acume. Nella presentazione del catalogo, Michel Seuphor, uno dei più ragguardevoli critici francesi, diceva: «Dopo Mondrian, non ho mai visto una unione così intima e tenace di uno stile personale e di un tema»"  (Carlo Cardazzo in Capogrossi, Galleria Selecta, Roma 1956)

“Since then I started to get interested in Capogrossi, whose language was to me so distinctive, and whose brilliant and nervy content had infinite possibilities: an outsider. I curated an exhibition of him at the Cavallino Gallery, in Venice, and after that I suggested to him to be part of the «Naviglio» artists’ group. At the Biennale in 1952, Capogrossi was included with five works and one of them was bought by the Galleria d’Arte Moderna in Rome; soon after he was the only Italian to be invited at the exhibition «Véhémences confrontées», created in Paris by Michel Tapié at the Nina Dausset Gallery. Listed with him, international and avant-garde names, such as Hartung, Pollock, Mathieu, De Kooning, Wols. In the meantime the Zimmergalerie of Frankfurt, in Germany, was holding a really successful solo exhibition of him. In January 1953 I introduced him at the Naviglio Gallery and this time the important collectors did not let such a singular artist escaspe: from Jucker to Casare Tosi, from Mazzotta to Jesi, from Moglia to D’Alessandri, everyone started to purchase his works for their collections. On the other side, critics began to analyse is works with acuity. At the catalogue launch, Michel Seuphor, one of the most influential French critics, said: «After Mondrian, I’ve never seen such an intimate and powerful union between a personal style and a theme»” (Carlo Cardazzo in Capogrossi, Galleria Selecta, Rome 1956)