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A Naples (Real Fabbrica Ferdinandea) plate from the Herculaneum Service, 1781-82
Description
- ceramic
- 25cm, 9 3/4 in diameter
Literature
Condition
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Catalogue Note
Nell'autunno del 1782 venne spedito da Napoli alla volta di Madrid da parte di Ferdinando IV di Borbone al padre Carlo III un prestigioso servizio di porcellana creato espressamente dal direttore della fabbrica reale Domenico Venuti. Messo in lavorazione tra il 1781 e il 1782 il servizio comprendeva 41 piatti, due zuppiere, 4 rinfrescatoi di due misure diverse, 2 "Stufe per geli", 2 "sciacqua bicchieri", 2 salsiere con i rispettivi sotto-piattini, 2 burriere, 2 zuccheriere, 2 mostardiere, 4 salire, 6 tazze da caffè e varie posate da portata. Per il decoro Venuti, con idea innovativa per il tempo, scelse di prendere spunto dalle antichità romane che in quegli anni richiamavano a Napoli i più importanti uomini di cultura e che in attesa dell'allestimento dell'erigendo Real Museo Borbonico venivano depositate nella Reggia di Portici. Inoltre per il "dessert" centro tavola che lo completava vennero riprodotte in biscuit "dodici teste grandi a mezzo busto estratte dalle Originali del Real Museo Ercolanese" destinate a fare da contorno ad un gruppo raffigurante Carlo III e il figlio Ferdinando mentre passeggiano insieme fra le rovine di Pompei. Un servizio e un "dessert" quindi di grande significato simbolico con il quale Ferdinando voleva riconoscere al padre il merito di aver dato l'avvio agli scavi archeologici di Ercolano e Pompei, ma allo stesso tempo rivendicava per se stesso il ruolo di promotore delle ingenti scoperte effettuate dai suoi archeologi sotto la guida dello stesso Domenico Venuti che, oltre ad essere il direttore della fabbrica della porcellana, rivestiva allo stesso tempo la prestigiosa carica di Direttore Generale degli Scavi del Regno. E si deve proprio al duplice incarico di Venuti se dopo la sua nomina a capo della Real Fabbrica Ferdinandea avvenuta a fine 1780, si ebbe il grande salto qualitativo avvenuto nella produzione delle porcellane napoletane. Venuti comprese molto per tempo il potenziale che poteva derivare dall'utilizzo delle bellezze artistiche e naturali del regno per i decori delle porcellane che difatti sotto la sua direzione, proprio nel decennio 1780-1790, da prodotti ancora condizionati da quanto veniva sfornato all'estero –in particolare a Sèvres- divennero, non solo del tutto autonome, ma anzi si trasformarono in modelli per le altre coeve manifatture.
Il bel piatto che qui commentiamo, nella pubblicazione redatta da Venuti per descrivere il servizio data alle stampe nel settembre 1782 corrisponde al n.13 e vi è così descritto: "Il funambolo rappresentato in questa Serie di Pittura, sostiene colla sinistra mano una tazza a color d'oro, facendovi cader dentro del vino, che scorre dalla punta di un altro vaso a modo di corno, che tiene alto colla man destra; la pelle, che gli pende dal braccio, è gialla; la fune dipinta di rosso e bianco, e i festoni verdi. Antichissima, e forse la prima maniera di adoperar vasi per bere, fu quella di servirsi di corna di animali."
Sul retro del piatto vi è apposta la scritta esplicativa in manganese e in stampatello –ricorrente sotto tutti gli esemplari del servizio- "MUS. ERCOL. SERIE DI PITTURE . FUNAMBOLO NEGLI SCAVI DI CIVITA". Ogni esemplare venne infatti decorato con miniature –dipinte dal Direttore della Galleria dei Pittori Giacomo Milani e dal suo più valido collaboratore Antonio Cioffi- riproducenti le più belle pitture murali scelte dagli Accademici Ercolanesi per le incisioni riprodotte nei primi cinque volumi delle "Antichità di Ercolano Esposte", la rara opera edita dalla Stamperia Reale che si poteva ottenere solo su concessione del re essendone vietata la vendita al pubblico. Questo decoro, utilizzato per la prima volta per il servizio Ercolanese, avrebbe costituito negli anni a venire uno dei motivi più ricercati dalla committenza sia locale che estera insieme al vedutismo tanto apprezzato dai viaggiatori del Grand Tour.
Non sappiamo a seguito di quali vicissitudini il Servizio Ercolanese sia andato disperso. Attualmente nel patrimonio di Casa Reale a Madrid non vi è traccia alcuna né del servizio ,né del "dessert" in biscuit. A distanza di anni alcuni esemplari sono apparsi sul marcato antiquariale e ricordiamo in particolare le due zuppiere esitate in due diverse aste di Christie's Londra, i due "sciacqua bicchieri" apparsi in un'asta di Sotheby's New York e il piattino sotto-salsiera venduto di recente da Bonhams. Ricordiamo anche qualche esemplare conservato in raccolte pubbliche: un piatto nel Victoria and Albert di Londra e un altro al Museo Duca di Martina a Napoli dove si trovano anche le due burriere e due tazzine da caffè. Infine i due rinfrescabottiglie grandi, corrispondenti al n.1 e al n.2 della descrizione di Venuti, sono conservati in due diverse collezioni private italiane. E' quindi da considerarsi abbastanza eccezionale che nella raccolta Barilla figurino ben tre pezzi di questo servizio: la zuccheriera (lotto 5190), il piattino sotto-salsiera (lotto 5189) oltre al piatto commentato in questa scheda.
Dimensioni: diam. cm 24,9
Stima: 8.000-12.000 GBP
Angela Caròla-Perrotti
Provenienza: Asta Christie's Londra, 1998
Bibliografia: Per il racconto dettagliato sulla spedizione del servizio in Spagna e sugli artisti che ne furono gli autori vedi il documento già pubblicato a fine ottocento dallo storico Camillo Minieri Riccio e ripubblicato in: A.Caròla-Perrotti, "La Porcellana della Real Fabbrica Ferdinandea", 1978, nota 20 pp. 56-57; per altre notizie cfr. "Le porcellane dei Borbone di Napoli...",1986, pp.327-341, a cura dello stesso autore.
In the autumn of 1782 Ferdinand IV of Naples sent a prestigious porcelain service to Madrid as a gift for his father Charles III of Spain. It had been expressly created by Domenico Venuti, the director of the royal porcelain factory and was made between 1781 and 1782. The service was made up of 41 plates, two soup tureens, four wine coolers of different sizes, two 'stufe per geli', two 'sciacqua bicchieri', two sauce boats with their respective under-dishes, two butter dishes, two sugar bowls, two mustard dishes, four salts, six coffee cups and a number of pieces of serving cutlery.
In a move that was clearly innovative, Venuti had the idea of drawing inspiration for the decoration of the service from the antiquities which were currently being excavated from sites around the Gulf of Naples and deposited in the royal palace at Portici pending the completion of the new Real Museo Borbonico. The finds continued to excite enormous interest in the most cultivated circles and drew numbers of important visitors to the Kingdom of the Two Sicilies throughout the period.
As part of the 'dessert' or table centrepiece which complemented the service, there was also a series, in biscuit, of 'twelve heads mounted as half busts/as large as half busts?, taken from Originals in the Real Museo Ercolanese' (should we trans or leave? the Royal Herculaneum Museum at Portici?). These were intended as companion pieces to a group showing Charles III and his son Ferdinand walking amongst the ruins of Pompei. Taken together the service and its 'dessert' contained a symbolic meaning as Ferdinand was paying homage to his father who had initiated the excavations whilst claiming for himself the credit for promoting the extensive findings of his archaeologists under the guidance of Venuti - who was not only the director of the porcelain factory but also held the prestigious role of Director General of the Excavations in the Kingdom.
It is directly due to Venuti's dual responsibilities that, after his appointment as head of the Real Fabbrica Ferdinandea at the end of 1780, there was a huge improvement in the quality of Neapolitan porcelain production. Venuti swiftly realised the potential of capitalising on the artistic and natural beauties of the Kingdom by harnessing them as decorative themes. This meant that under his direction, between 1780 and 1790, rather than being heavily influenced by foreign production, particularly by Sèvres, Neapolitan porcelain not only developed its own identity but was made in new shapes and models which would be copied by other contemporary manufactories.
This beautiful plate is featured in the published account of the service produced by Venuti in September 1782 and corresponds to Number 13 as follows, "Il funambolo rappresentato in questa Serie di Pittura, sostiene colla sinistra mano una tazza a color d'oro, facendovi cader dentro del vino, che scorre dalla punta di un altro vaso a modo di corno, che tiene alto colla man destra; la pelle, che gli pende dal braccio, è gialla; la fune dipinta di rosso e bianco, e i festoni verdi. Antichissima, e forse la prima maniera di adoperar vasi per bere, fu quella di servirsi di corna di animali." ('The tightrope walker shown in this Series of Paintings, holds in his left hand a gold coloured cup into which he is pouring wine from a horn shaped container held aloft in his right hand; the animal pelt, which hangs from his arm, is yellow; the tightrope is painted red and white and the swags are green. The use of animal horns for pouring is of very ancient origin, and is perhaps the first example of a drinking vessel.')
On the back of the plate is the explanatory text written in capital letters using manganese – as on all the other pieces in the service. It reads 'MUS. ERCOL. SERIE DI PITTURE. FUNAMBOLO NEGLI SCAVI DI CIVITA'. Every piece is decorated by the Director of the Painters in the factory, Giacomo Milani and his most trusted colleague Antonio Cioffi, with miniature reproductions of the most beautiful murals selected for inclusion as engravings by the Accademici Ercolanesi (Herculaneum Academicians) for the first five volumes of the 'Antichità di Ercolano Esposte'. This rare book produced by the Stamperia Reale (the Royal Printing Press) was only available to those who obtained specific permission from the king and its sale to the public was forbidden. Used for the first time on the Herculaneum Service, this form of decoration would become in the years to follow the most sought after both by local and foreign buyers, alongside vedutismo - the picturesque land and seascapes of the Kingdom – so highly regarded by those taking the Grand Tour.
We do not know under what circumstances the Herculaneum Service was subsequently broken up. In the Royal Palace in Madrid today there is no trace of either the service or of the biscuit 'dessert'. Over the years several pieces have appeared on the market, including the two soup tureens sold in two different auctions by Christie's in London, the two 'sciacqua bicchieri' featured in an auction by Sotheby's, New York and the under-dish of a sauce boat sold recently by Bonhams. A few other pieces are held in public collections: one plate is at the Victoria and Albert Museum, London and another is in the Museo Duca di Martina in Naples together with the two butter dishes and two coffee cups. The two large bottle coolers, corresponding to Number 1 and Number 2 in Venuti's descriptions are in two separate Italian private collections. It is therefore all the more remarkable that the Barilla Collection includes three pieces from the service: the sugar bowl (Lot 5190) and the under-dish for the sauce boat (Lot 5189) as well as this plate.
Angela Carola-Perrotti, translated by Emma Bassett
Bibliography:
For a detailed account of how the service was sent to Spain and of the artists who worked on it, see the document published at the end of the nineteenth century by the historian Camillo Minieri Riccio and reproduced in: A. Caròla-Perrotti, La Porcellana della Real Fabbrica Ferdinandea, 1978, note 20 pp.56-57; for further information see Le porcellane dei Borboni di Napoli..., 1986, pp.327-341, ed. A. Caròla-Perrotti.